Renzi garantista solo se il Matteo a processo è lui
Giovanni Sallusti · 19 Dicembre 2024
Cari ascoltatori, c’è Matteo e Matteo, e la cronaca ci regala una sovrapposizione di notizie curiosa e istruttiva. Oggi Matteo Renzi, e con lui Maria Elena Boschi, Luca Lotti, Marco Carrai, insomma il cosiddetto “giglio magico” della breve epoca del renzismo, sono stati prosciolti a Firenze per l’inchiesta sulla Fondazione Open, nata per sostenere le iniziative di Renzi quando era segretario del Pd, la Leopolda e tutto il relativo caravanserraglio di eventi politici. Per fortuna, lo sottolineiamo, in tutto questo non sono stato rilevati reati, e a tal proposito c’è da registrare il commento dell’altro Matteo, cioè Salvini: “Bene l’assoluzione di Matteo Renzi e degli altri indagati, nonostante un’odissea giudiziaria durata troppi anni. Noi siamo sempre garantisti, a differenza di chi predica bene e poi vota in Parlamento per mandare a processo i rivali politici. Ora mi aspetto che Italia Viva voti con la Lega e il resto del centrodestra per cambiare questa giustizia e prevedere tra le altre cose responsabilità civile dei magistrati e separazione delle carriere”.
L’allusione di Salvini su chi fa retorica garantista e poi vota in Parlamento per mandare a processo i rivali politici non è casuale: domani rischia infatti di vedersi affibbiati sei anni di condanna, cosa che in questo Paese mediamente non accade neanche uno stupratore. E questo avviene anche in virtù della famosa autorizzazione a procedere che il Parlamento diede nei giorni del disfacimento del governo gialloverde: e fra chi votò sì c’erano anche i renziani.
Tornando al presente, non possiamo non notare il doppiopesismo di Renzi: senza alcuna vergogna, nel giorno in cui viene assolto in un processo chiaramente politico e Salvini si felicita perché il suo avversario non è stato condannato, va a Tagadà e parlando di Open Arms dice “vedrete che Salvini farà la vittima”, sminuendo e ironizzando, e non restituendo la cavalleria garantista ricevuta: che rappresenta, badate, non una formalità, ma una vera questione politica.
Renzi e molti come lui sono garantisti su loro stessi, sul loro mondo, sui loro interessi, sui loro processi assolutamente politicizzati; ma non lo sono altrettanto appena fuori dalla loro cerchia, anzi si compiacciono, votano autorizzazioni a procedere, tifano per la condanna, ironizzano su processi ugualmente politici che riguardano gli avversari.
Questo non è garantismo, questo a casa nostra si chiama paraculismo. Decisamente, c’è Matteo e Matteo.