Prodi, Ruffini, Gentiloni: la vecchia dc dietro l’angolo
Giulio Cainarca · 19 Dicembre 2024
Giulio Cainarca parla con Carlo Cambi di politica nazionale e internazionale, fra i tanti argomenti trattati spicca l’analisi dei movimenti della sinistra cattocomunista che fa capo a Romano Prodi, con l’ex direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini che esce allo scoperto e dietro le quinte l’inossidabile Paolo Gentiloni. E Giuseppe Conte in panchina ad attendere…
“Prodi ha dovuto costruire un personaggio anti-Conte, Ernesto Maria Ruffini, che fra l’altro ha in mano i dati di tutti i contribuenti italiani: non dimentichiamo che è figlio di un grande ministro doroteo democristiano, nipote dell’allora Cardinale di Palermo e fratello di Paolo Ruffini, che guarda caso è il capo del Dipartimento propaganda e comunicazione del Vaticano”.
“Se Mario Draghi comincia a dire che forse qualche errore è stato fatto, e se qualche industria del nord si schiera a vantaggio delle politiche sociali, sostiene il welfare aziendale, dice che bisogna lavorare non tanto sul salario minimo ma sulle condizioni delle classi disagiate, eccetera, ci si accorge che la tela è in via di definizione o di tessitura”.
“Aggiungiamoci il gioco che sta facendo Tajani all’interno del Ppe nel continuare ad accreditare solo Forza Italia come forza moderata e credibile del governo italiano. È possibile allora che tutto questo magma a un certo punto si ricordi che è esistita la Democrazia cristiana; e che si metta a lavorare a quella prospettiva, intestando al vecchio Prodi il ruolo che fu di Dossetti, cioè del federatore delle anime cattoliche del Paese”.