Cortei violenti trappola per la polizia:+200% di feriti

· 17 Dicembre 2024


Cari ascoltatori, una pessima notizia arriva dal sindacato di Polizia, che è un po’ figlio di un dio minore, un sindacato non coccolato come quello landiniano del mainstream che viene citato come autorità sacrale quando incita alla rivolta sociale o quando blocca il Paese per settimane. Gli allarmi lanciati dal sindacato di Polizia passano sempre in cavalleria, o finiscono nascosti in cronaca.

La notizia è che dal 1° gennaio al 30 novembre ci sono state 11.556 manifestazioni di rilievo, in aumento del 12% rispetto all’anno precedente (e sarebbe in pericolo il diritto di manifestare?). Ma soprattutto, durante questi eventi ci sono stati 260 agenti feriti, ossia un aumento del 195,5% rispetto all’analogo periodo del 2023.

Capite? Un aumento di quasi il 200%, cioè il triplo: evidentemente queste manifestazioni erano anche momenti di violenza e serbatoi di delinquenza. Walter Mazzetti, segretario regionale del sindacato Fsp della Polizia di Stato, ha commentato: “È l’effetto dell’assurdo giustificazionismo imperante che va di pari passo con la delegittimazione, quando non anche la criminalizzazione, dei tutori della sicurezza”.

È il risultato di un processo culturale pluridecennale che parte almeno dal 1968: lo capì in diretta Pier Paolo Pasolini, quando il mainstream di allora vezzeggiava (lui diceva lecca il culo) gli studenti figli di papà mentre lui si schierava con i poliziotti “senza più sorriso, senza più amicizia col mondo, separati, esclusi (in un tipo di esclusione che non ha uguali); umiliati dalla perdita della qualità di uomini per quella di poliziotti”.

Questa era la fotografia geniale che Pasolini scattò contro i dogmi dell’intellighenzia e che oggi è solo peggiorata: perché quei figli di papà nel frattempo hanno costruito la cultura dominante, sono diventati l’élite di questo Paese e hanno portato con sé l’alfabeto anti-divise. Citiamo solo schegge recenti di cronaca: per esempio, il poliziotto che ha sparato a Verona per difendersi dall’aggressione di un migrante che voleva accoltellarlo e che ora è indagato per eccesso di legittima difesa; il caso di Ramy al quartiere milanese del Corvetto, per il quale due carabinieri sono indagati, ma nella percezione sono già considerati colpevoli, non innocenti fino al terzo grado di giudizio. Per non dire di certe intellettuali, tipo Ginevra Bompiani che ha detto in tivù che la Polizia droga i migranti, vetta surreale di odio anti-divise.

Il clima è questo: il poliziotto oggi è più reietto di quello raccontato da Pasolini, per esserne consapevoli basta focalizzare i tratti isterici del dibattito sul Ddl Sicurezza, spacciato come segno di rinascita del fascismo. Il sindacato invece quel Ddl lo invoca, perché non devono esistere zone franche: questo ci dice chi ogni giorno in strada tutela anche la nostra sicurezza e la nostra libertà. Nel Ddl Sicurezza ci sono cose normali, di diritto, delle ovvietà per uno Stato civile: per esempio l’inasprimento delle pene per chi provoca danni durante le manifestazioni con l’estensione del daspo urbano; o l’applicazione dell’arresto in flagranza differita prevista per il reato di lesioni personali cagionate a un pubblico ufficiale in servizio. Difendiamo chi ci difende, non vogliamo più vedere dati agghiaccianti come questo 200% in più di agenti feriti.


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background