Cari sindacati, spiazzateci: lavorate un venerdì
Giovanni Sallusti · 10 Dicembre 2024
Cari ascoltatori, si è concluso da poco l’incontro al Ministero dei Trasporti tra i sindacati, che hanno convocato il milionesimo sciopero dei trasporti per questo venerdì, e il ministro Matteo Salvini. I sindacati hanno confermato l’approccio costruttivo che caratterizza la loro azione, cioè al tavolo sono andati per una scampagnata, perché hanno detto: non retrocediamo di una virgola dalle nostre posizioni, non siamo qui a fare alcuna trattativa, confermiamo lo sciopero totale per 24 ore, soprattutto per il settore dei trasporti.
Il ministro Salvini, testardamente appeso alla realtà – è intollerabile che per l’ennesimo venerdì il Paese sia bloccato, per di più a ridosso del Natale – ha ufficializzato richiederà la precettazione, cioè di ridurre lo sciopero a 4 ore, per contemperare questo diritto garantito dalla Costituzione con altri diritti garantiti dalla Costituzione, tipo mobilità, lavoro, studio. Il sindacato ha reagito sostanzialmente con un chi se ne frega, confermando il suo approccio dialogante: “L’incontro anzitutto si è dimostrato una liturgia” è scritto nel comunicato sindacale, “confermiamo lo sciopero nella sua forma originaria, non cediamo alle richieste del ministro. È stata un’occasione per ribadire lo stato del settore, le necessità dei lavoratori di cui dovrebbe occuparsi il ministro, non attaccare il diritto di sciopero. In questo modo Salvini non fa altro che aprire una nuova stagione di scioperi, con mobilitazioni già indette per gennaio e febbraio”.
Cioè, non solo bloccano il Paese fra tre giorni, ma c’è già una nuova lista di mobilitazioni per gennaio e febbraio, e sospettiamo saranno più o meno ogni venerdì, come è andata negli ultimi anni, soprattutto da quando si è insediato il governo di centrodestra. E ancora: “Il 13 dicembre sarà un’occasione per ribadire che sul diritto di sciopero non faremo un passo indietro”. Quindi sono saltati al metasciopero, scioperano perché il diritto allo sciopero è inattaccabile, scioperano per il diritto di sciopero: non c’è un dato concreto, una rivendicazione reale, un accenno a un problema salariale specifico, un oggetto di trattativa in nome dei lavoratori, niente. Si sono imprigionati in una metafisica dello sciopero che con il lavoro concreto non ha più nulla a che fare.
A questo punto, però, visto che non si può neanche andare sempre allo scontro, vogliamo fare una proposta costruttiva ai sindacati, dar loro un consiglio non richiesto, davvero con il cuore in mano.
Spiazzateci, sorprendeteci: annunciate che un venerdì lavorerete. Pensate che colpo, innanzi tutto in termini di comunicazione: una bella nota congiunta in cui Landini, Bombardieri, Cobas, tutti annunciate che un venerdì a vostra scelta non chiederete ai vostri iscritti di scioperare, che garantirete tutti i servizi del trasporto pubblico, locale e nazionale. Sarebbe una cosa clamorosa, fidatevi, è l’abc del nostro mestiere: sarebbe l’uomo che morde il cane, un effetto sorpresa clamoroso, sareste su tutte le prime pagine (badate che ormai il venerdì di sciopero passa via con l’irritazione di chi lo subisce e nella noia di tutti gli altri, perché ormai è una non notizia).
Un venerdì in Italia senza sciopero, senza disagi, con i tabelloni dei treni privi di cancellazioni e ritardi, sarebbe una notizia da agenzie e siti internazionali, da prima pagina del New York Times. Pensate alle foto, ai video dello studente che arriva a lezione in orario, del lavoratore che timbra in tempo, del pendolare che sale sul treno giusto. Pensate a che vincente operazione simpatia, il sindacato unito con i cittadini e con gli utenti, perché non fa battaglie ideologiche, tutti insieme interessati al lavoro, allo sviluppo del Paese, magari diffondendo anche materiali con cui informate chiunque lo desideri sulle vostre ragioni. Su, coraggio, per un venerdì lavorate: fidatevi, sarebbe una cosa incredibile, così incredibile che sembra fantascienza.