Il Pd va alla guerra contro Musk. Ahahah

· 9 Dicembre 2024


Cari ascoltatori, il Pd di oggi non sa che il concetto di velleitarismo è fortemente dispregiativo nella tradizione comunista: ha sempre indicato infatti quei rigurgiti impolitici, senza costrutto, tra l’ingenuo l’estremista, che andavano tenuti ai margini del proprio recinto. Ma l’ossatura del Pci di un tempo, pur non mancando certo di difetti, era fondata nel realismo politico.

Il Pd odierno, invece, sta spingendo il velleitarismo verso altezze sconosciute, comiche, brancaleonine: i due senatori Antonio Nicita e Lorenzo Basso hanno presentato al Ddl Concorrenza, in discussione al Senato, due proposte di modifica contra personam, come da loro stessi definite: nello specifico, contro Elon Musk. Cioè contro il più grande imprenditore e visionario dei nostri tempi. La prima proposta prevede il divieto per i soggetti che controllano piattaforme online, regolate dal Digital service act (all’interno dell’eurosoviet questa premessa è d’obbligo, negli Stati Uniti le piattaforme non sono regolate da alcunché), di offrire servizi di connettività all’ingrosso e al dettaglio, inclusa la connettività satellitare, sul territorio italiano. La seconda proposta è in realtà una specifica della prima, cioè viene esclusa la tecnologia satellitare di soggetti terzi dall’accesso a risorse Pnrr già oggetto di gara e assegnate operatori della telecomunicazione.

L’idea di fondo, in pratica, è impedire a Musk di vendere in Italia i servizi del sistema satellitare all’avanguardia Starlink: ovviamente, inutile girarci intorno, a causa il “reato” di trumpismo del suo proprietario. Nessuno, infatti, si è mai sognato di mettere il naso nel business di Mark Zuckerberg o di altri milionari dell’agorà virtuale che però stanno dalla parte giusta.

Questa comica, il Pd contro Musk, ha una componente nociva nel danno tecnologico e geopolitico che implicano proposte del genere. Ricorderete che con Elon Musk, anche grazie al suo uomo in Italia Andrea Stroppa, c’è già un discorso avviato sulla possibilità di usufruire di Starlink su due versanti. Anzitutto sulla copertura nazionale della banda larga: in Italia ci sono ancora 7 milioni di indirizzi civici non raggiunti, e gli attuali fornitori non mostrano di avere dei piani credibili per completare l’opera, mentre Starlink potrebbe farlo. Si parla quindi di sviluppo del Paese, di pari opportunità digitali (se vogliamo usare la lingua della sinistra). Un altro tema è la possibilità di utilizzare questo sistema per le comunicazioni sicure delle nostre forze di difesa, cioè della Farnesina e dell’intelligence, particolarmente in caso di crisi o di emergenza. In una temperie globale non esattamente all’insegna della stabilità, dalla guerra in Ucraina all’attacco a Israele, alla Siria e anche al fronte del Pacifico, migliorare la sicurezza nazionale per mezzo del sistema di Musk, oggi di gran lunga quello più all’avanguardia, non ci sembra da scartare.

Ma questi sono discorsi troppo strutturali per i senatori del Pd Nicita e Basso, che almeno per un giorno hanno scalzato Fratoianni e Bonelli nei panni di Totò e Peppino. Il Pd va alla guerra contro Elon Musk, e a un oceano di distanza si sente la eco della risata del fondatore di Tesla.


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background