La rivolta delle banlieue arriva a Milano. Buonisti, che si fa?
Giovanni Sallusti · 26 Novembre 2024
Cari ascoltatori, ci chiediamo: sono arrivate le rivolte delle banlieue anche in Italia? Milano è diventata come Parigi? In molte capitali e altre grandi città europee intere aree urbane vengono sequestrate da gruppi, da bande, spesso di immigrati, che sottraggono il controllo delle città alla forza pubblica e inscenano rivolte di massa, e la domanda ci è sorta dopo i recenti fatti di Milano, al quartiere Corvetto, dove sabato notte è avvenuta una tragedia, la morte di un 19enne egiziano, Ramy Elgaml. Il ragazzo era su uno scooter guidato da un amico, un tunisino 22 enne: i due, con precedenti penali, non si sono fermati a un posto di blocco dei Carabinieri istituito dopo alcune rapine: è cominciato un inseguimento per le strade di Milano che è terminato quando i due hanno perso il controllo dello scooter e il più giovane è morto nello schianto.
Poco dopo si è scatenata una rivolta: gruppi di nordafricani hanno invaso e sequestrato per ore via Ripamonti, che è un’arteria stradale importante, accusavano le forze dell’ordine di essere responsabili della morte del ragazzo ed è successo di tutto: hanno provocato risse, scontri con gli automobilisti, un egiziano è stato arrestato per aver travolto con il suo Suv quattro giovani che sono finiti all’ospedale, una ragazza ha riportato la frattura del bacino, hanno messo a ferro e fuoco le vie di tutto il quartiere Corvetto, hanno bruciato masserizie, spazzatura, oggetti trovati per strada, una trentina di loro ha lanciato petardi verso gli agenti di polizia (che sono intervenuti con il consueto equilibrio che caratterizza le nostre forze dell’ordine), e tutto a più riprese, anche durante il giorno seguente, anche la notte scorsa.
Allora, la considerazione è legittima: da anni sappiamo che cosa succede nelle banlieue parigine e in altre città europee, ma quel che abbiamo visto a Milano smonta tutta la retorica di questi giorni, che ha strumentalizzato il tema del femminicidio al punto di considerare uno scandalo legare l’immigrazione fuori controllo alla sicurezza urbana, e chiunque sollevasse il problema era accusato di razzismo.
Non è la prima volta che nella periferia milanese vengono aggrediti poliziotti e carabinieri da bande organizzate spesso composte da nordafricani: ma le anime belle che producono tutta la retorica buonista tendenzialmente vivono nella prima cerchia dei Bastioni, per forza non se ne accorgono. Allora insistiamo: non solo c’è un nesso tra sicurezza e immigrazione incontrollata, tra sicurezza e comunità per lo più nordafricane o islamiche che portano non solo modi di vivere differenti, ma anche una concezione differente della legalità nelle nostre strade: questi problemi sono strutturali, propri della contemporaneità, e dirlo non è essere razzisti ma vivere nella realtà, e la realtà italiana di oggi contempla scenari da rivolta delle banlieue a Milano.
Lo diciamo anche al centro-destra: bisogna prendere provvedimenti lucidi, seri, bisogna ricordare che il controllo del territorio appartiene allo Stato e che è inaccettabile che strade e quartieri di Milano vengano sequestrati da questi galantuomini che danno fuoco alle cose e investono ragazzi con le loro macchine: da noi non deve essere possibile, non c’è retorica che tenga.