Le autocrazie? Una rete che minaccia la libertà
Alessandro Gnocchi · 24 Novembre 2024
Questa settimana, nella rubrica culturale di Radio Libertà “Alta tiratura”, Alessandro Gnocchi parla di libri da regalare a Natale: il più consigliato per la narrativa è “Le venti giornate di Torino” di Giorgio De Maria, (Neri Pozza, 160 pagine, 14 euro), mentre per la saggistica il saggio della giornalista premio Pulitzer Anne Applebaum “Autocrazie – chi sono i dittatori che vogliono governare il mondo” (Mondadori, 180 pagine, 18 euro).
L’autrice smonta la vulgata secondo cui autocrati come Putin, il leader cinese Xi, Erdogan sarebbero uomini che vogliono comandare da soli, senza la mediazione di altre istituzioni, una specie di evoluzione del dittatore del Novecento.
Non è così: le autocrazie sono diventate altro. Non sono governate da un cattivo solitario, ma piuttosto da un insieme di reti sempre più sofisticate dove la tecnologia incontra la finanza: si tratta del connubio fra strutture finanziarie, servizi di sicurezza, esperti di tecnologia, specie nel campo della sorveglianza, della propaganda, della disinformazione. I membri di queste reti, spiega il libro, operano come un agglomerato di aziende, tenute insieme non dall’ideologia ma da una spietata e assoluta determinazione a preservare il proprio potere e la propria personale ricchezza da un nemico comune.
E qual è questo nemico? ancora una volta è il mondo democratico, sono i valori delle democrazie liberal-democratiche. I propagandisti condividono risorse come fabbriche di troll e reti mediatiche che promuovono la propaganda di un dittatore, e possono essere usate anche per promuovere quella di un altro, oppure concetti: la degenerazione della democrazia, la stabilità dell’autocrazia, la malvagità dell’America.