Camillo Langone: con X, Musk ha comprato la libertà. Per tutti
Giovanni Sallusti · 23 Novembre 2024
A “Parlando liberaMente”, la nostra intervista con i protagonisti della politica, dell’attualità, del giornalismo questa settimana Giovanni Sallusti parla con Camillo Langone, giornalista e saggista (nonché enologo), editorialista per il Foglio e per Il Giornale. Dalla tirannia dei social, di cui Langone è cronicamente vittima, inseguito dalla parola “cristiano” che su Instagram non può pronunciare in libertà, per non dire dei nudi nell’arte o di un semplice gelato al finocchio; alla guerra in atto contro Ebraismo e Cristianesimo e all’impatto globale di Elon Musk:
“Ecco come si è ridotta la libertà del nostro tempo. Un tempo c’era la censura, c’era un ufficio, potevi bussare, potevi rivolgerti a una persona. Oggi invece ci sono queste entità irraggiungibili, capricciose: hai a che fare con algoritmi o personaggi sconosciuti che stanno dietro uno schermo in California o in Bangladesh, non si sa, e di essi sei completamente in balia”.
“I giornali erano in qualche modo un residuo di libertà. Ora sono venuti meno i media tradizionali e soprattutto i media nazionali: Instagram non è nessuna delle due cose, quindi la democrazia, che è necessariamente nazionale, viene meno, perché non puoi votare pro o contro Instagram, l’impero di Zuckerberg lo puoi solo subire. Sono felice invece riguardo Elon Musk, con X non ho più avuto problemi”.
“Il cattolicesimo è inviso ovunque, con questo Papa si vede meno perché Bergoglio è molto conformista e quindi quel che dice può essere usato, ma in realtà non è più possibile essere cattolici. C’è una identificazione del Cristianesimo come Occidente, e in questo momento di anti-occidentalismo culturale, intellettuale, il Cristianesimo viene attaccato, così come l’Ebraismo: Israele è osteggiato dal mondo, l’ebraismo è considerato addirittura un fenomeno colonialista nei confronti degli arabi”.
“Abbiamo l’idea che l’antisemitismo sia stato un fenomeno peculiarmente nazista, ma in questo momento è molto presente a sinistra, specialmente in un certo tipo di sinistra terzomondista, che vede in Israele una potenza coloniale. Inoltre, per la prima volta dopo il nazismo abbiamo un antisemitismo presentabile in società, che non produce riprovazione sociale, ma il contrario, leggete sotto i post di gente che fa commenti antisemiti: compaiono tanti cuoricini, tanti applausi, tanto entusiasmo”.
“Perché Elon Musk tacciato di autoritarismo mentre, al contrario, è il difensore del free-speech? È che non è di sinistra, e questo sarebbe già sufficiente. E poi ha conquistato uno spazio di libertà con i soldi, quindi è un privilegiato. Un privilegiato che però ci ha dato spazio. A pensarci, è spaventoso che uno debba essere ricchissimo per potersi permettere la libertà di espressione. A questo siamo ridotti, anche in questo caso la libertà non è strutturale ma un po’ una concessione; comunque meglio che niente”.
“Elon Musk è un tipico, ma forse non del tutto tipico, esemplare di anarco-liberalismo americano, un fenomeno che parte da Emerson, da filosofi che oltre un secolo fa scrivevano sulla libertà personale. Musk ha creato un contenuto nuovo ed è in possesso di una grande capacità economica, quindi è un personaggio che crea un problema, non può non essere invidiato dagli invidiosi. Ricordiamoci che il cuore del pensiero della sinistra è sempre stato l’invidia, già da prima di Marx, un’invidia sociale”.
“Trump e Musk sono due persone molto diverse che si sono incontrate sul terreno della libertà. Trump ha degli aspetti molto anni Ottanta, che in Musk, anche per motivi generazionali, non sono presenti. Musk è più interessante perché è nuovo, da lui possiamo aspettarci qualcosa di inedito. Trump è figlio dell'”edonismo reaganiano”, come diceva il giovane Roberto D’Agostino, incluse donne, auto, ostentazione. Ma quello è stato anche l’ultimo decennio in cui l’Occidente ha festeggiato se stesso”.
“Quelli che scappano da X in polemica con Musk? Credono di fare bella figura, anche perché X non è così decisivo per la loro carriera, quindi non costa loro nulla”.