Niente lezioni dalla Merkel: ha creato il caos di oggi
Giovanni Sallusti · 23 Novembre 2024
Cari ascoltatori, dover incassare lezioncine dalla signora Angela Merkel, proprio no. Anzi, forse sarebbe il caso di fare un minimo controcanto all’apologia che in questi giorni sta comparendo sui giornaloni della stagione di frau Merkel, innescata dal suo libro di memorie, “Libertà”: che tra l’altro non ricordiamo sia stato il valore che ha ispirato la sua azione politica, se non per l’interesse (legittimo) tedesco.
In questa rincorsa della stampa ad anticipazioni del libro, emerge per esempio sul Corriere della Sera che lei non ebbe un ruolo nella caduta di Berlusconi: cosa che nel dettaglio è anche vera, se escludiamo il clima che era stato creato nell’istituzione europea. Repubblica riferisce invece che la Merkel è molto preoccupata per Elon Musk, ma diciamo che in generale le sue pensose riflessioni, vendute come emanate da Richelieu, ci sembrano piuttosto banali.
Dice per esempio che Putin ha degli istinti da dittatore, che non ha nel benessere e nella prosperità del suo popolo la prima preoccupazione, ma ce ne eravamo accorti… Racconta di aver avuto delle tensioni con Donald Trump, e anche questo era già al tempo piuttosto chiaro. Ciò nonostante, gli scritti della ex signora d’Europa passano come verbo di un nume tutelare, che avendo impostato la politica europea per vent’anni ci può insegnare qualcosa sull’oggi.
Però, anche se tutti fischiettano e fan finta di nulla, è evidente il contrario: proprio perché è stata di gran lunga la leader europea più importante e con più leve di potere, Angela Merkel è responsabile del pantano in cui siamo oggi, della situazione economica, delle strutture europee diventate una inestricabile griglia burocratica e dirigista, ma soprattutto della situazione geopolitica e bellica, anche del fatto che c’è una guerra nel cuore dell’Europa.
Perché? Perché ha inaugurato e guidato la “geopolitica del tubo” nei confronti di Putin: cioè la convinzione che improntare la relazione con l’orso russo su un piano commerciale – sbilanciato a favore della Russia – avrebbe innescato l’integrazione democratica, un ammorbidimento della postura imperialista dello zar, spingendolo a diventare una sorta di appendice a est liberal-democratica.
Ovviamente non ha funzionato, perché la Merkel non ha capito né la storia russa né Vladimir Putin. E così facendo, cioè creando uno squilibrio fra chi fornisce il gas e chi ne ha bisogno, ha innescato nuovi appetiti e ha rinforzato la vocazione imperialista di Mosca. Con le chiavi dell’energia europea in mano, Putin è stato in condizione di ricattare l’Europa da posizioni di forza.
Non solo: frau Merkel ha preso un secondo abbaglio quando ha pensato di appaltare completamente la difesa dell’Europa agli Stati Uniti d’America. Il contribuente americano si è trovato a pagare la difesa di popoli che stanno a un oceano di distanza, che non contribuivano allo sforzo e che anzi aprivano agli scambi con la Russia e anche con la Cina, la quale era un nemico commerciale impegnato e svuotare le industrie degli Usa.
Questi fatti sono così chiari che il primo a indicare gli alleati europei come scrocconi è stato Barack Obama, e lo scroccone numero uno sulla difesa era proprio Angela Merkel. La quale, allargando il fossato atlantico, ha contribuito fortemente a creare le condizioni per il fenomeno politico Trump che ora critica tanto.
Tirando le somme: Angela Merkel è stata per molti anni la leader di un Paese importante, ma il bilancio è che la sua azione non ha segnato una stagione positiva, men che meno da statista illuminata con licenza di impartirci lezioni sull’oggi. Per carità, siamo già abbastanza impegnati a risolvere i suoi errori geopolitici, a Est e a Ovest.