I cavalieri del liberismo: questa foto ci dà speranza

· 16 Novembre 2024


Cari ascoltatori, oggi potete trovare su molti giornali una foto che ha un grande significato, perché raffigura tre personaggi centrali nella temperie di inizio millennio: Elon Musk, il presidente dell’Argentina Javier Milei e Donald Trump. La foto è stata scattata nella residenza del nuovo presidente degli Stati Uniti a Mar-a-Lago, in Florida, durante un ricevimento per festeggiare l’elezione. La forte empatia che continua a scorrere fra i due presidenti fa ben sperare per il continente americano, e anche per il mondo.

Questa foto ha un valore simbolico perché rappresenta una vera alternativa di centrodestra, liberista, liberale, libertaria, conservatrice nel senso migliore, alle politiche socialiste e politicamente corrette che abbiamo dato troppo a lungo per scontate, soprattutto sul vecchio continente. Donald Trump, infatti, ha vinto le elezioni in nome dell’americano reale e dell’economia reale, contro un Partito democratico ridotto a sentinella del wokismo, un’èlite che ridisegnava l’America attorno all’ideologia politicamente corretta, tenuta in piedi da una pratica assistenziale socialista fatta di sussidi per minoranze, vere o presunte.

L’americano reale ha scelto invece l’alfabeto liberista: abbatterò le tasse, e sono credibile perché l’ho già fatto e ho ottenuto la piena occupazione, combatterò la corsa dei prezzi che vi sta strangolando, riporterò l’industria in America, da cui è scappata per la globalizzazione asimmetrica e masochista che ha fatto gli interessi della Cina. E infatti alla fine anche le minoranze hanno votato lui, cioè la politica dello sviluppo.

Elon Musk è il braccio armato di questa operazione, gestirà il nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa, con il mandato di disboscare la spesa inefficiente, di togliere leggi e regolamenti, di liberare gli spiriti animali del capitalismo americano, il miglior meccanismo escogitato nella storia umana per creare ricchezza. Si tratta di un liberismo che non si limita a tagliuzzare, a ragionare su singole aliquote, ma cambia l’ottica generale: meno Stato e campo libero alle idee, al coraggio, all’iniziativa. Pensate quanto ce ne sarebbe bisogno, in Paesi del Vecchio continente.

Poi c’è Milei, che con quella foto con la motosega rappresenta la punta avanzata di questo ultraliberismo. Ha preso un Paese in ginocchio, piegato da decenni di politiche socialiste, e lo sta rivitalizzando con una cura shock “alla Reagan”, tagli e libertà.

Questi tre soggetti, che anche nell’aspetto di presentano politicamente non corretti, non pettinati, rappresentano una vera alternativa, non un timido contrasto, alle politiche di sinistra globali. E indicano una strada anche per il nostro centrodestra, perché la rivoluzione burocratico-fiscale è una rivoluzione, non solo una limatura sulle aliquote a favore in particolare dei ceti medio-bassi: che è sì un’ottima notizia rispetto al passato, ma deve anche essere considerata una prima tappa per chi ha in mente davvero un modello alternativo. Sappiamo che la situazione italiana non è sovrapponibile, che il debito pubblico italiano ha un impatto completamente diverso, e che non è realistico pensare semplicemente a una motosega. Però che si abbia la chiarezza che quello è l’ideale regolativo, questo sì.


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