Se i no-autonomia si aggrappano alle fake news

· 15 Novembre 2024


Cari ascoltatori, è bellissimo vedere i maestrini del buon giornalismo, quelli che suonano l’allarme contro le fake news che sarebbero manovrate dalle aziende di Elon Musk, ribaltare completamente quello che è accaduto sull’autonomia. La versione dei giornaloni, del mainstream di sinistra ma non solo (il centralismo è stato a lungo un alfabeto trasversale di questo Paese), è che con la sentenza di ieri la Consulta avrebbe ucciso la riforma. Non è assolutamente così, proviamo a ripristinare la realtà.

Anzitutto la Corte Costituzionale che ha esaminato il ricorso delle regioni rosse, Campania, Puglia, Toscana e Sardegna, ha certificato che l’autonomia è perfettamente nel perimetro della Costituzione. È prevista dal Titolo V, applica alla lettera l’articolo 116. Come d’altronde era ovvio, come aveva anticipato il professor Sabino Cassese e come spiega ogni settimana il nostro Giuliano Zulin su Radio Libertà. Questo pronunciamento mette fine a tutta la grancassa di Vincenzo De Luca e degli altri masanielli del mainstream, secondo i quali l’autonomia fa a pezzi il Paese e la Costituzione.

L’effetto conseguente è di disinnescare il referendum che teneva in piedi il caravanserraglio centralista: primo, se l’autonomia secondo la Consulta sta nella Costituzione, quella retorica viene meno. Secondo, poiché la Consulta ha rimandato al Parlamento la legge perché sia modificata su questioni a posteriori, la legge risulterà diversa da quella su cui sono state raccolte le firme.

Questi due punti notevoli a favore dell’autonomia, a maggior ragione se si è consapevoli che tutto questo accade in un sistema repubblicano fatto di apparati ed enti per decenni improntato al centralismo più intransigente: ebbene, proprio uno degli apparati più importanti ha dichiarato costituzionale l’autonomia, non è un punto scontato.

Ora, i rilievi della Consulta, che sono importanti, riguardano alcuni punti. Il principale riguarda il meccanismo dell’autonomia: in pratica lo Stato può concedere alle Regioni specifiche funzioni amministrative o legislative, ma non materie in assoluto. Occorre quindi rivedere la contrattazione e rideterminare la questione dei Lep. Questo significa che, come ha detto stamane il ministro Calderoli in un’intervista al Giornale, il pallino ritorna alla politica: c’è un semaforo verde in generale e dei singoli semafori arancioni che la politica dovrà affrontare, ed essendo la riforma dell’autonomia nel programma del centro-destra unito, non abbiamo dubbi che avverrà in modo costruttivo.

In sintesi: il processo si allunga, ci sarà un nuovo passaggio parlamentare, ci sono dei singoli scogli. Ma l’autonomia non è stata uccisa, anzi è stata dichiarata costituzionale: a essere disinnescati sono i suoi nemici e il loro referendum, i maestrini anti fake news che diffondono fake news.


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