Gli “scolari” di Raimo: “Stiamo bruciando Valditara”

· 15 Novembre 2024


Cari ascoltatori, piccoli fascistelli (inconsapevoli) crescono e sono tutti allievi del professor Raimo. Non è una contraddizione: quel che si è visto alle proteste studentesche di oggi in tante piazze italiane, Torino, Milano, Genova, è l’ennesima conferma che l’unico fascismo sopravvissuto è il fascismo degli antifascisti.

L’avevano capito già Pasolini, Sciascia, Flaiano. Ma non gli studenti che hanno inscenato una versione giovanile di questo paradosso. Ma perché citiamo il professor Raimo? Perché il caravanserraglio visto in piazza ha sfilato all’insegna della violenza verbale, simbolica e non solo. Anzitutto, già l’idea di battezzare “No Meloni day” questa “sollevazione civile” suggerisce l’idea che ci sia un nemico a priori, che il governo Meloni non vada bene in quanto tale e che l’interlocutore sia squalificato perché la pensa diversamente da te.

Nella sostanza, è la galleria degli orrori simbolici a rimandarci a Raimo. Si sono viste immagini di ministri, la stessa premier Meloni, il ministro Bernini, il ministro Valditara, con le facce insanguinate: una raffigurazione ipocrita con cui questi studenti, fascistelli a loro insaputa, accusano il governo di avere le mani sporche di sangue per l’alternanza scuola-lavoro, anche se l’effetto è più da cinema parodistico degli anni Settanta. Ma la cosa importante è che quest’immagine non ha a esattamente che vedere con il concetto di convivenza democratica. La scena più grave della giornata riguarda il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara: a un fantoccio con le sue sembianze, cioè con una sua una fotografia sulla testa, è stato dato fuoco e uno dei capi di queste squadracce inconsapevoli, impugnando il megafono, ci ha informato: stiamo bruciando Valditara.

La simbologia di bruciare una persona è nazista. Un avversario politico, un ministro che si considera stia governando malissimo lo si contrasta con ogni mezzo previsto dal dibattito democratico: così invece, i nazistelli, neanche più fascistelli, rivendicano la bontà dell’idea di bruciare il nemico, perché lo squalificano nella sua umanità.

Il professor Raimo sarà contento: vi ricordate di quando aveva definito Valditara un bersaglio da colpire? Ecco, oggi gli allievi di questo cattivo maestro hanno dimostrato di aver appreso la lezione, accompagnando l’impresa del fantoccio in fiamme con cori che nulla c’entrano con i problemi della nostra scuola: “Palestina libera” e “dal fiume al mare” altra parola d’ordine paranazista, perché è l’invocazione della cancellazione dalla faccia della terra dello Stato degli ebrei.

Questi ragazzi, per fortuna, a differenza del professor Raimo hanno ancora anni per ravvedersi: che non vuol dire pensarla come noi, ma rientrare nell’alveo minimo di una convivenza civile, liberale, democratica. La speranza è l’ultima a morire.


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