“Trump presidente proteggerà Israele”

· 15 Novembre 2024


In questa nuova puntata di “Pop economia-Rumore”, la nostra rubrica condotta da Alessandra Mori, l’ambasciatore Stefano Stefanini e l’assessore ai rapporti internazionali della comunità ebraica di Roma Yohanna Arbib parlano degli scenari internazionali dopo l’elezione di Donald Trump, in particolare sui riflessi che potranno avere su Israele e sul conflitto nel Medio Oriente, e dei retroscena sui fatti di Amsterdam.

Yohanna Arbib, sulla vittoria di Donald Trump: “Sono contenta che abbia vinto l’amministrazione Trump, parliamo di persone che conoscono bene la politica internazionale e porteranno una grandissima chiarezza. Netanyahu ha detto molto nitidamente alle Nazioni Unite: i soldati israeliani sono quelli che stanno morendo sul territorio: aiutateci a mettere fine a due organizzazioni terroristiche che stanno controllando il Libano nel nord e Gaza nel sud. Questo chiede Israele e io sono convinta che questa nuova amministrazione Trump porterà questo in politica estera”.

Riguardo ai fatti di Amsterdam, di concerto con l’ambasciatore Stefanini: “È stata una seconda notte dei cristalli, proprio una caccia all’ebreo e potrebbe essere l’inizio. Israele è in prima linea alla difesa dei valori occidentali. Dopo la caccia agli ebrei verranno gli altri. Sulla scia dell’antisemitismo ci sarà l’attacco alle minoranze, alla democrazia”.

“È stato allucinante quello che è successo dopo. La reazione della polizia è stata totalmente sottotono, in alcuni casi si è addirittura rifiutata di proteggere i turisti israeliani. Questo in Italia non succede e  dobbiamo ringraziare le forze dell’ordine perché proteggono noi ebrei, 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana. La seconda riflessione è sulla reazione di alcuni giornalisti. Se non ci fossero state le registrazioni sui social, qualcuno avrebbe detto che quella manifestazione  era il risultato di una reazione ad alcuni israeliani che hanno manifestato contro il popolo palestinese. E l’informazione errata, la diseducazione dei nostri cittadini, crea quello che è successo il giovedì notte”.

Stefanini, sul Medio Oriente: “Trump sul Medio Oriente ha seguito tre linee abbastanza costanti. La prima è l’appoggio quasi incondizionato a Israele, al punto di prendere decisioni che nessun altro aveva preso, per esempio il riconoscimento dell’annessione delle alture del Golan e il trasferimento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. E ha riconosciuto la non illegalità delle colonie che Israele ha stabilito in Cisgiordania. La seconda costante è quella di spingere molto per il ravvicinamento di Israele agli Stati Arabi del Golfo, in particolare all’Arabia Saudita, che è l’antagonista principale dell’Iran. Trump è appunto l’artefice degli accordi di Abramo, accordi fra gli Emirati e Israele che aspettano l’adesione dell’Arabia Saudita. Tutto questo è stato complicato ed è tuttora reso molto più complicato dal dopo 7 ottobre. La terza costante, legata alle altre due, è l’essere anti-Iran”.

“Gli accordi di Abramo sono praticamente fermi, ma nessun Paese arabo ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele. L’Arabia Saudita indica di essere pronta a riprendere quel percorso qualora Israele offrisse una prospettiva di Stato palestinese, ma questo Netanyahu non l’ha fatto. Il secondo sviluppo è il fatto che Israele e Iran sono passati da una guerra per procura, che l’Iran conduceva tramite le varie milizie contro Israele, a una guerra attiva che ha avuto già due scambi diretti”.

Su Donald Trump: “Trump si pone come l’uomo che mette fine alle guerre e che anche perché nella sua filosofia gli Stati Uniti hanno speso troppe risorse in guerre in cui non è in gioco il loro interesse nazionale”. Ha promesso di chiudere la guerra in Ucraina in 24 ore potrebbero essere le prime in cui Trump sarà presidente il 20 gennaio, precedute però da quello che sta facendo adesso, cioè creare le condizioni per arrivare alla cessazione dell’ostilità”.

Sugli eventi di Amsterdam: “C’è stata una pianificazione e non un’esplosione di antisemitismo olandese che colava sotto le ceneri, che è solo una componente. È stata una manifestazione organizzata da sostenitori di Hamas, cioè l’organizzatore della strage del 7 ottobre”.


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