Mattarella sovranista con Musk. E con Ursula?
Giovanni Sallusti · 13 Novembre 2024
Cari ascoltatori, la notizia del giorno, che apre tutti i siti e che domani aprirà gran parte dei giornali, è la risposta implicita, ma molto chiara, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alle ultime esternazioni di Elon Musk. Come è noto, Musk ha postato sul suo social X che “questi giudici se ne devono andare”, riferendosi alla parte della magistratura italiana che sta impedendo al governo di centrodestra di attuare la sua politica sull’immigrazione, e oggi ha rilanciato scrivendo: “Il popolo italiano vive in una democrazia o è un’autocrazia non eletta a prendere le decisioni?”.
Mattarella ha così risposto: “L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che ‘sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione’. Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni”.
È una dichiarazione sottoscrivibile, nel suo senso letterale, a ogni sillaba. Ci permettiamo però di rivolgere una rispettosissima domanda al presidente Mattarella. Nella sua dichiarazione di oggi vediamo una rivendicazione di sovranismo, nel senso migliore, culturale del termine: la difesa di una prerogativa essenziale per una nazione democratica, cioè l’esercizio della sua sovranità. Vorremmo chiedergli allora se questo approccio valga anche quando si è di fronte non a commenti (fuori luogo o meno), ma a imposizioni effettive, calate sul corpo della nazione italiana da quello che Margaret Thatcher definiva il “super-stato” che esercita un nuovo dominio da Bruxelles, cioè il Leviatano noto come Unione europea.
Per esempio, questo sovranismo positivo vale per la follia del green deal? Intendiamo l’obbligo di conversione forzata della nostra economia che implica crisi, chiusure, necessità di reinventarsi per migliaia di aziende, di ristrutturare le case a proprie spese, di cambiare l’automobile se si vuole avere accesso al centro delle metropoli. Insomma, vale sull’imposizione a “una nazione sovrana che sa badare a se stessa” la riconversione forzata della sua economia?
Varrà, immaginiamo, anche sullo psicodramma dell’immigrazione, con le navi avanti e indietro dall’Albania a causa dell’iniziativa chiaramente strumentale di un pezzo di magistratura (e su questo a nostro giudizio ha ragione Elon); per cui siamo appesi alla decisione della Corte europea sulla definizione di Paesi sicuri attesa per il 25 luglio, data fino alla quale dovremmo accogliere chiunque. Bisognerà pur difendere le prerogative di una nazione sovrana, visto che oltre tutto la Corte europea non ha il pallino nei confronti di altri Paesi, per esempio della Germania o della Svezia, i quali stanno rimandando migranti in Afghanistan e in Iraq, che Paesi sicuri non sono.
E il pronunciamento di Mattarella varrà anche quando le istituzioni europee fanno partire surreali allarmi sulla libertà di stampa che in Italia sarebbe a rischio, come è stato scritto la scorsa estate nel report sullo stato del diritto della commissione Ue. Sarebbe a rischio, in un Paese in cui i principali giornali aprono ogni giorno contro il governo in carica?
E ancora: la sovranità di cui parla il presidente andrà difesa anche quando gli euroburocrati impongono ai nostri agricoltori quale quota dei loro campi possono coltivare e quale invece devono adibire a scopi improduttivi perché bisogna ripristinare le foreste, come e in che percentuale attuare la rotazione delle colture, come regolarsi nel loro lavoro quotidiano.
Immaginiamo che anche in tutti questi casi, che sono peggio dei post di Elon Musk perché sono imposizioni e non commenti, varrà il fatto che l’Italia è una democrazia matura che sa badare a se stessa. Ne siamo sicuri.