Ucraina, Corea, Iran: perché gridare Forza Trump
Giovanni Sallusti · 2 Novembre 2024
Cari ascoltatori, arrivano pessime notizie dai fronti di guerra che infestano la nostra contemporaneità. La prima di queste è l’invio di truppe nordcoreane in Ucraina al fianco della Russia, mandate da Kim Jong-un, il dittatore-erede della famiglia che da decenni tiranneggia sulla Corea del Nord con una strana forma di monarchia stalinista. Quanto questa azione possa cambiare gli equilibri militari in favore della Russia non si sa, ma la presenza di soldati di Kim in Europa (notizia un po’ sottovalutata dai giornaloni) ha una portata epocale perché apre lo scenario di una potenziale saldatura tra il fronte europeo e quello del Pacifico, con il rischio che le tensioni tra Stati Uniti e Cina deraglino in una dinamica fuori controllo.
Il regime norcoreano è sostanzialmente la “bad company” del regime cinese, Kim prospera (lui, invece il suo popolo è devastato da fame, miseria e campi di concentramento), esclusivamente grazie all’aiuto del Dragone, per cui non muove foglia senza l’assenso del partito comunista cinese: Per questo la sua mossa ha implicazioni più inquietanti dei suoi effetti immediati, anche considerando che nel Pacifico, in più, è aperta la contesa su Taiwan, che interessa molto a Pechino.
Lo scenario mediorientale non sta meglio: gli espertoni di geopolitica sostengono che dopo la seconda controrisposta di Israele alla pioggia di missili e droni iraniani non ci sarà ulteriore escalation, ma le dichiarazioni e le indiscrezioni potrebbero andare in un’altra direzione: un consigliere militare della guida suprema di Teheran Ali Khamenei ha detto “potremmo cambiare la nostra dottrina nucleare”. Che cosa significa? Il corollario non espresso potrebbe essere che l’Iran è già in possesso di capacità militari nucleari. Stiamo parlando di una dittatura che ha sequestrato il popolo iraniano nel 1979 e da allora teorizza la cancellazione dello Stato degli ebrei dalla carta geografica, e quindi di una potenziale catastrofe mondiale.
L’unica buona notizia è che martedì si vota in America. C’è un candidato che potrebbe stoppare la deriva di questi scenari e impedire che si saldino in un mega focolaio. Questo candidato è Donald Trump, e la nostra tesi ha radici nel suo primo mandato, durante il quale ha dimostrato di saper contenere e spesso azzerare le crisi globali e i focolai bellici. Durante i suoi quattro anni Putin non ha aggredito nessuno e Kim è dovuto scendere a miti consigli perché Trump lo aveva messo all’angolo inducendolo a interrompere i suoi esperimenti bellici nel Pacifico. In Medio Oriente Trump aveva bloccato l’Iran con la stesura degli Accordi di Abramo che stavano rivoluzionando l’area, coinvolgendo anche l’Arabia Saudita. Non è un caso che gli ayatollah abbiano Trump nel mirino: se dovesse diventare presidente non concederebbe spazio alla casa madre del terrore islamista.
Finora i sondaggi, sono seppur di poco, a favore di Trump: questa situazione globale è un motivo più che valido per gridare ancora una volta: Go Donald Go!