Se per la sinistra Spano non è abbastanza gay
Giovanni Sallusti · 24 Ottobre 2024
Cari ascoltatori, ricordate “La fattoria degli animali” di George Orwell? La morale amarissima di questo racconto sul potere era che tutti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Ebbene oggi, di fronte alle cronache, ci tocca dire che alcune persone omosessuali sono meno omosessuali delle altre, anche se sono di sinistra. È il caso di Francesco Spano, che per un battito d’ali è stato capo di gabinetto del nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli: si è dimesso per l’annuncio di una tempesta mediatica che coinvolgerebbe pesantemente la sua vita personale, una vicenda di insinuazioni gossipare, annunciate tra l’altro da Sigfrido Ranucci come parte della puntata di Report che andrà in onda tra due giorni.
La cosa strana, e irritante, è che Francesco Spano sarebbe il profilo perfetto per estrarre la martirologia politicamente corretta, per farne una vittima del pensiero omofobo: è omosessuale dichiarato, nel suo percorso politico e biografico non presenta simpatie di destra, è attivista LGBT tanto da essere coinvolto anche in un caso di finanziamenti a un’associazione LGBT.
Il problema, allettante, è che il caso che lo coinvolge potrebbe danneggiare il governo, anche perché il Ministero della Cultura è reduce dalla commedia sexy di mezza estate di Sangiuliano. Tanto che qualche editorialista dei giornaloni, confondendo i propri auspici con la realtà, suggerisce addirittura che potrebbe far cadere il governo; sta di fatto che qualche imbarazzo lo dà.
E così tutti si scordano di essere di fronte a un omosessuale oggetto di pesanti insinuazioni sulla sua vita personale, anzi sono tutti felici, perché questo caso può danneggiare un nemico ideologico. Su questa gigantesca ipocrisia consigliamo la lettura della libera chiacchierata, pubblicata sul Foglio, fra Salvatore Merlo e Paola Concia, una delle prime attiviste omosessuali di sinistra, onesta intellettualmente, la quale dice: “Ma la sinistra dei diritti civili perché non difende Spano? È uno schifo”. Concia mette così il dito nella piaga di questa assenza ingiustificata: la sinistra dei diritti oggi dovrebbe essere sulle barricate, invece è impegnata a sventolare questo caso e alimentare la macelleria gossipara. “Tace perché Spano è un uomo di sinistra che collaborava con un ministro di destra, un traditore e quindi il Pd dei diritti civili non lo difende”.
Siamo ancora alla categoria staliniana del tradimento: Spano è peggio di uno di destra perché è uno dei loro che ha tradito. È una cosa oscena in un clima complessivamente miserabile. Chapeau a Paola Concia. E di nuovo abbiamo la conferma che la causa arcobaleno strombazzata dalle anime belle ha a che fare molto con l’ideologia e poco con i diritti delle persone concrete, le loro storie, la loro tutela.