L’ultima presa in giro delle toghe: gli sfollati climatici
Giovanni Sallusti · 21 Ottobre 2024
Cari ascoltatori, la vulgata giornalistica lo chiama scontro tra politica e giustizia, ma nei fatti è un’anomalia italiana dal 1992 lo sconfinamento dell’organo giudiziario nel potere politico: per essere precisi, una parte di esso, quella più ideologizzata, che si muove e piega l’iniziativa giudiziaria a una volontà politica ogni volta che al governo ci sono una coalizione e un leader ideologicamente avversi.
L’ultima notizia è questa mail di un esponente di Magistratura democratica che definisce Giorgia Meloni più pericolosa di Berlusconi e invita quindi a porre rimedio. In effetti la presidente di magistratura democratica Silvia Albano l’ha fatto, sospendendo l’accordo Italia-Albania relativo ai primi migranti, che sarebbe inapplicabile perché sarebbero tutti provenienti da Paesi non sicuri.
C’è anche un dettaglio tragicomico: il Giornale oggi ha pubblicato parte delle motivazioni della sentenza, firmate dalla presidente della Sezione immigrazione del Tribunale di Roma, Luciana Sangiovanni (la diretta superiore di Silvia Albano) che aveva già affermato in un comunicato stampa che è impossibile riconoscere come Paesi sicuri gli Stati di provenienza delle persone trattenute. Ebbene, nella parte riferita ai migranti bengalesi, vengono indicati due motivi per cui il Bangladesh non è sicuro: uno riguarda le discriminazioni cui è soggetta la comunità LGBTQ. Ma su questo criterio, “sicuro”, nel senso più stringente dei diritti, è solo l’Occidente, quel retrivo colonialista-suprematista Occidente che il mainstream mette sempre sul banco degli accusati.
Ma la cosa di gran lunga più divertente e istruttiva è che alcuni di questi immigrati del Bangladesh sarebbero, fra virgolette anche nei documenti, “sfollati climatici”. Qui siamo oltre la neolingua orwelliana: in pratica tutti i Paesi non sicuri sono quelli in cui fa caldo, dove avvengono fenomeni climatici tropicali. Estremizzando, potremmo dire che bisognerà accogliere anche tutta l’Africa e tutti i Paesi del mondo: perché i cambiamenti climatici, a differenza dell’ideologia apocalittica del riscaldamento globale che ci condurrebbe all’estinzione, esistono dappertutto da quando c’è il pianeta. E anche in questo caso aleggia l’esercizio di quel senso di colpa secondo cui l’uomo occidentale, con la sua malvagia civiltà industriale, è colpevole dell’inquinamento globale, perciò deve espiare accogliendo tutti gli sfollati climatici che ha generato.
Le toghe d’assalto hanno quindi sostituito l’ideologia rossa degli anni Settanta con l’ideologia gretina e arcobaleno, il cui risultato è che dobbiamo accogliere tutti, ma proprio tutti. Se non fosse una tragedia perché ha a che fare con le nostre vite, sarebbe una strepitosa farsa.