Fuori gli amichetti di Hamas: finalmente
Giovanni Sallusti · 8 Ottobre 2024
Cari ascoltatori, è successo un fatto che noi speriamo non rimanga isolato: il signor Zulfiqar Khan, originario del Pakistan, imam di una moschea di Bologna, poche ore fa è stato portato in Questura dove gli verrà notificato il decreto di espulsione dal territorio italiano. Il signor Khan dovrà tornare a casa sua.
Perché questo provvedimento? Perché, come è scritto nei documenti che gli sono stati notificati, nei suoi sermoni il signor Khan inneggiava alla jihad, alla guerra santa contro gli infedeli, ebrei e cristiani in primis; inoltre ha più volte lodato l’azione del 7 ottobre, esprimendo entusiasmo per il pogrom andato in scena in Israele, per lo sterminio, la caccia agli ebrei in quanto ebrei, e si è prodigato in prediche anti-israeliane, anti-americane, anti-occidentali. In pratica nutriva quotidianamente la bestia del fondamentalismo e del terrorismo.
Bisogna quindi fare le congratulazioni al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e rallegrarsi del fatto che i partiti di maggioranza, Lega e Fratelli d’Italia in testa, abbiano preteso tempi veloci per un’azione che, in punta di logica, sarebbe normale ma nella realtà è rivoluzionaria, perché veniamo da anni di buonismo pseudo-progressista, il miglior alleato del peggior oscurantismo.
E speriamo sia solo il primo, perché – lo sa chiunque non viva nella bolla delle ztl, ed è stato documentato da servizi giornalistici e televisivi, per esempio nelle trasmissioni di Nicola Porro, di Mario Giordano, di Paolo Del Debbio – di signor Kahn, di imam che parlano bene dei tagliagole di Hamas, in Italia ce ne sono tanti. Abbiamo un problema di controllo di che cosa viene detto nelle moschee, nei centri pseudoculturali islamici, peggiorato dalla questione della lingua: va risolto alla radice, come ricordava anche Oriana Fallaci, l’innesco della predicazione dell’odio antioccidentale si trova lì.
E attenzione: non stiamo invocando azioni estremiste o fasciste; a parte che i fascisti, i nemici della libertà sono loro, come ha detto ancora la Fallaci. È sufficiente fermarsi a Karl Popper, padre del liberalismo anglosassone: “Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti; se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l’attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi”. È il famoso “paradosso della tolleranza” del filosofo e politologo austro-britannico, e ci basta leggerlo per rallegrarci quando persone come il signor Kahn vengono espulse, nonché sperare che ciò avvenga anche domani e dopodomani, per ognuno di costoro.