Domani festeggiano il pogrom. Cercasi antifascisti

· 4 Ottobre 2024


Cari ascoltatori, chi vi parla è un modesto liberale e libertario che davvero pensa che il free speech sia un  fondamento, che connoti le società libere e quindi è sempre favorevole alla manifestazione del pensiero. Dobbiamo però capire se la manifestazione pro-pal di domani a Roma sia una manifestazione del pensiero, oppure qualcos’altro.

Tra gli organizzatori di questa manifestazione c’è un gruppo, i Giovani palestinesi, che ne ha spiegato le motivazioni, poi ha cancellato alcuni di questi post, perché forse si è reso conto di essere stato troppo sincero. Hanno scritto: “Il 7 ottobre è la data di una rivoluzione”: quindi il pogrom, la caccia all’ebreo in quanto ebreo, il peggio del Novecento che torna sotto forma di un piccolo Olocausto, per costoro è la data di inizio di una rivoluzione.

Poche ore fa sul loro profilo Instagram è apparso un appello per la ripresa delle mobilitazioni negli Atenei – la moda scimmiottata dai campus americani per cui si occupano le università sbraitando Palestina libera e inneggiando alla cancellazione di Israele – dove si legge: “A un anno dall’eroico attacco della resistenza palestinese torna ufficialmente l’intifada studentesca”: un atto eroico che è consistito nell’entrare nelle case di civili, infilare bambini piccoli nel forno, legare tra loro familiari e dar loro fuoco, seviziare, torturare, stuprare, sgozzare donne.

Un altro gruppo tra gli organizzatori, l’Unione democratica arabo-palestinese, da un po’ di tempo sta moltiplicando le iniziative insieme con i famosi CARC, gruppo estremista di comunisti che a Milano ha esposto i cartelli con il volto di alcuni personaggi noti bollandoli pubblicamente come agenti sionisti, tra i quali la senatrice Liliana Segre, che fu internata ad Auschwitz. Questi sono i gentiluomini che organizzano questa manifestazione pro-pal.

Allora, come l’inizio di una rivoluzione chi definisce un pogrom, la strage dell’ebreo in quanto ebreo, e atti eroici quelli del 7 ottobre contro inermi civili, pronuncia parole d’ordine tecnicamente naziste, anzi nazi-islamiche: vogliono farla finita con l’entità sionista in nome di Allah invece che in nome del Mein Kampf.

Di fronte a tutto questo ci viene da dire antifascisti cercasi, perché i professionisti nostrani dell’allarme-fascismo sono rimasti muti. Gridano subito se un conduttore famoso trasloca dalla Rai e va in una tivù commerciale; se il monologo di uno scrittore non viene letto in una trasmissione Rai, anche se poi è pubblicato sui social della presidente del Consiglio; se il governo liberamente eletto ha in agenda delle riforme che mirano ad ammodernare l’assetto istituzionale, il premierato e perfino l’autonomia differenziata: la quale, oltretutto, essendo il contrario del centralismo, è il contrario del fascismo.

Ma di fronte al fatto che la manifestazione di domani è organizzata da gente che rivendica la pratica del pogrom, che inneggia alla caccia e allo sterminio degli ebrei, niente, stanno zitti. Svegliatevi antifascisti, dove siete finiti?


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