L’Iran che festeggia Israele ci insegna la libertà
Giovanni Sallusti · 30 Settembre 2024
Cari ascoltatori, vi siete accorti che l’eliminazione da parte di Israele di Nasrallah, capo del gruppo terroristico Hezbollah, è stata festeggiata più in Medio Oriente che in Occidente? È il cortocircuito culturale definitivo: abbiamo visto scene di giubilo in alcuni Paesi islamici sunniti, spiegabili con la contrapposizione storica tra sunniti e sciiti (il che significa tra Arabia Saudita e Iran); ma soprattutto abbiamo visto il coraggio degli oppositori iraniani che hanno festeggiato in patria: sono per lo più giovani e non ne possono più del gioco islamista e totalitario e degli ayatollah.
Da questi ragazzi dovremmo prendere lezione: in Europa e in Italia invece spesso è andato in scena al contrario, c’è davvero chi ha storto il naso per l’operazione con cui Israele difendendo se stesso sta presidiando la trincea occidentale. Josep Borrell, l’uscente alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, si è dispiaciuto perché nessuno riesce a fermare Netanyahu e non perché la piovra terrorista manovrata da Teheran non sia ancora stata del tutto messa in condizione di non nuocere. In casa nostra abbiamo gente come Giuseppe Conte, a capo di un rimasuglio di partito che ha comunque ancora un dieci per cento di gradimento nei sondaggi, che dice tragicamente “Israele ha deciso, lo dobbiamo dire con forza, di distruggere qualsiasi principio di legalità internazionale, di diritto internazionale e umanitario” (è noto quanto ci tenesse Nasrallah, al diritto internazionale e umanitario): cioè è Israele che straccia la legalità internazionale, non Hezbollah come gruppo paramilitare, terrorista, strumento di una potenza straniera totalitaria che ogni giorno mette nel mirino i civili israeliani.
E così la fauna degli intellò, dei talk show, dei cosiddetti esperti, tutti hanno fatto a gara per dipingere Hezbollah quasi una onlus: hanno sottolineato che in Libano si occupa di stato sociale, dei servizi alla popolazione, qualcuno in tivù si è spinto a dire che si occupa di disabili. Sì, Hezbollah coltiva il consenso anche con azioni del genere, ma per poter continuare a nuocere indisturbato. E se oggi i terroristi stanno perdendo il conflitto che hanno innescato il 7 ottobre, lo si deve anche a questi straordinari giovani iraniani che rischiando la vita sono scesi in piazza a festeggiare la morte di Nasrallah: sui muri di Teheran sono apparse scritte “grazie Israele”, sono apparsi filmati di donne iraniane coraggiosissime che brindano.
Sentite le parole di un’oppositrice attivista per i diritti umani in Iran, è un post fra tanti su X con questo tono, lei si chiama Yaar Dabestaani e ha scritto: “Caro premier Netanyahu, io e milioni di altri iraniani siamo davvero grati per averci liberati da Nasrallah e stiamo festeggiando. Per decenni Hezbollah si è nutrito della ricchezza rubata a noi iraniani come un parassita. Israele ha messo un sorriso sui volti di milioni di iraniani”. Perché non dobbiamo dimenticare che gli ayatollah utilizzano gran parte degli ingenti proventi della vendita del petrolio per finanziare la loro rete terrorista antisemita, piuttosto che per il benessere degli iraniani. Questa oppositrice è la nostra coscienza, a suo rischio ci dà una lezione straordinaria dal cuore dell’Iran totalitario.
Ecco, noi dovremmo proprio imparare da queste persone, ricordarci quanto siamo fortunati a vivere in occidente, e rivolgere un pensiero a chi sta mantenendo la trincea anche per noi.