Macché ultradestra, questi due difendono la libertà
Giovanni Sallusti · 24 Settembre 2024
Cari ascoltatori, non siete anche voi terrorizzati dall’ultra destra che preme da ogni parte e che sta per materializzarsi a Pontida? Lo diciamo perché i giornaloni invece sì, Repubblica in testa: hanno iniziato ad agitare lo spettro, a suonare gli allarmi, e uno immagina assembramenti di SS, parole d’ordine prese da Mein Kampf.
Invece i personaggi oscuri che spaventano tanto la stampa di sinistra sono semplicemente due leader occidentali, l’ungherese Viktor Orbán e l’olandese Geert Wilders. Di loro si può pensare qual che si vuole, condividere o meno, o in parte, le loro politiche. Qui le condividiamo parecchio, anche se non pensiamo che siamo davanti a due Ronald Reagan. Ma sono due politici con un peso, anche internazionale. Viktor Orbán nasce come leader della protesta studentesca contro l’oppressione comunista in Ungheria, è uno dei liberatori del suo Paese, il suo pensiero è nato liberale, ha fondato un partito liberale con l’obiettivo di integrare l’Ungheria nell’Europa occidentale. Poi ha capito, e ha moltissime ragioni, che l’Europa con le sue politiche economiche e sull’immigrazione è purtroppo dedita al suo suicidio, e allora non ci è stato più: ha iniziato a presidiare la tradizione, la storia e la sovranità del suo Stato.
Anche Geert Wilders è un leader di formazione laica e liberale: ha dichiarato che il suo riferimento culturale è Oriana Fallaci, attenzione, non Heinrich Himmler. Secondo Wilders, la maggiore emergenza contemporanea è l’islamismo, per cui contesta il buonismo europeo largamente sostenuto dal mainstream progressista che fa il gioco dei peggiori oscurantisti contemporanei. In Wilders non c’è solo il pensiero della Fallaci, ma anche si trovano anche le posizioni di Michel Houellebecq: l’olandese vede il rischio della sottomissione, di una rinuncia dell’Europa e dell’Occidente a ciò che connota la nostra cultura, cioè la libertà della persona, la libertà della donna, la separazione fra Stato e confessione, fra peccato e reato. Su questo allarme ha basato la sua politica di forte contrasto non solo alla diffusione dell’islamismo, ma anche alla sua precondizione, l’immigrazionismo acritico: non è indifferente la cultura di chi si accoglie, perché non tutte le culture sono commensurabili e compatibili, e uno che legga il Corano si renderà conto che con la nostra spesso l’islam compatibile non lo è.
Ecco chi sono “i due dell’ultradestra”: se ultradestra vuole dire difesa della storia delle nazioni europee e dell’identità occidentale, allora lo siamo anche noi.