La cgil contro il ddl sicurezza: di lavoro non parla più

· 23 Settembre 2024


Cari ascoltatori, stiamo assistendo alla triste fine del più grande sindacato italiano, la Cgil, la Confederazione Generale Italiana del Lavoro, perché di lavoro non parla più: ha convocato il 25 settembre davanti al Senato una manifestazione contro il Ddl Sicurezza del governo, la cui rilevanza sul tema del lavoro è pari a zero. Non che sia una novità: nei giorni scorsi s’è visto Landini sponsorizzare la raccolta di firme per il referendum contro l’autonomia, imperversa sui social sul cambiamento climatico, evoca un’apocalisse per spiegare le alluvioni di Emilia Romagna, mentre basterebbe dare un’occhiata alle lacune amministrative della Regione. Tutto insomma, tranne il lavoro, che sarebbe la “L” finale della sigla sindacale, la sua ragione sociale.

La Cgil è diventata praticamente una banale ong di sinistra fra tante. Lo testimonia lo stesso comunicato con cui è stata convocata la manifestazione. “Riteniamo infatti doveroso contrastare una norma che ha il chiaro intento di azzerare la libertà e il diritto delle persone a manifestare il proprio dissenso”: ovvio che non è vero, se no saremmo in Iran o in Cina. Piuttosto, introduce o accentua le pene per alcuni reati, tra cui le rivolte in carcere che sono un’urgenza visibile dalle cronache. Il comunicato contesta anche “il carcere nei confronti di chi occupa strade, spazi pubblici e privati”: di sicuro ripristinare il diritto di avere una proprietà privata innervosirà Ilaria Salis. Il comunicato afferma ancora che “chiude in carcere le donne in gravidanza o con figli entro un anno di età”. Non è vero: piuttosto interrompe lo stratagemma attuato sulla pelle dei minori da alcune donne che reiterano reati approfittando del fatto di essere incinte. Anzi, il Ddl “a impronta securitaria” (come se fosse una parolaccia) inasprisce le pene per chi costringe i minori all’accattonaggio.

Tra l’altro, il paradosso è che tra i diritti che il Ddl sicurezza ripristina c’è anche il diritto al lavoro (di cui dovrebbe occuparsi la Cgil e non lo fa mai): perché quando quegli eco-sciroccati che si chiamano “Ultima generazione” bloccano le strade e le autostrade per ore, violano il diritto delle persone ad andare a lavorare, quindi impediscono loro di esercitare il diritto al lavoro. E alcune volte anche il diritto alla cura, perché questi blocchi hanno anche fermato delle ambulanze.

Ma la Cgil non si cura più della maggioranza silenziosa del Paese, non guarda più al diritto al lavoro, che in concreto oggi spesso non è il lavoro dipendente, ma il lavoro autonomo e il vero precariato è quello di molte partite Iva. Di questo Landini non parla mai: ormai, sull’onda delle ossessioni delle ong, la Cgil è diventata una banale ong anche lei.


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