Romagna, Pd all’attacco con sprezzo del ridicolo
Giovanni Sallusti · 21 Settembre 2024
Cari ascoltatori, la sinistra che polemizza con il governo per l’ennesima devastante alluvione avvenuta in Emilia Romagna supera qualunque paletto minimo di dignità, onestà intellettuale e senso del ridicolo. Intanto, si commenta da sé ed è più che fastidiosa qualunque polemica che imperversi mentre ci sono persone che scavano con il fango fino alle ginocchia tra quel che resta delle loro case; alcune sono state inondate e distrutte per la terza volta, molti cittadini non hanno davanti prospettive chiare sul futuro.
Ma visto che la polemica politica ormai ha attecchito, sarà bene esercitare la memoria e la capacità di distinguere. L’Emilia Romagna è una regione dalla sua nascita ininterrottamente governata dalla filiera del Pc, Pds, Ds, Pd, cioè dalla sinistra comunista e post-comunista. Va detto che i post-comunisti hanno governato peggio dei comunisti, che avevano tanti difetti, ma in genere erano più capaci dei loro eredi woke politicamente corretti.
Stefano Bonaccini, che è stato presidente dell’Emilia Romagna fino a poco tempo fa e oggi è europarlamentare, in sette anni di governo ha realizzato solo 12 delle 23 casse d’espansione, le vasche di laminazione previste per i corsi d’acqua dell’Emilia Romagna, che permettono ai fiumi di defluire, così da impedire che travolgano tutto quel che trovano sul loro corso. Perché ne ha realizzate solo metà? Perché c’era una tassa ideologica da pagare alla sinistra ecologista-talebana, radical chic, prona al culto parareligioso della tragedia climatica, per cui gli argini, gli interventi umani non si possono fare. In Veneto sono state approntate tutte le vasche di laminazione che erano previste, e infatti in Veneto non si vedono scenari del genere, in caso in alluvione i danni sono molto più contenuti. Non è vero che l’uomo non ha potere di fronte alla tragedia climatica incombente, è vero solo che Luca Zaia ha governato meglio di Stefano Bonaccini.
In questo frangente abbiamo visto molto attivo Michele De Pascale – sindaco del Pd di Ravenna che aspira a una candidatura alle imminenti regionali – che nelle ultime ore se l’è presa con il governo e con il ministro Musumeci. Siamo costretti a ricordare, però, che nei 600 milioni di fondi assegnati negli ultimi dieci anni era prevista una quota da sbloccare in deroga alle procedure, proprio designata alle estreme urgenze. A Ravenna questa quota ammontava 780mila euro, ma il Comune ne ha impiegati solo 187mila. In più l’Ordinanza 13 del governo ha assegnato al Comune di Ravenna oltre 10 milioni per lavori urgenti di messa in sicurezza della rete viaria, ma non risulta che sia stato speso un centesimo. Suggeriamo quindi al sindaco De Pascale: prima di esercitare l’arte della critica, è saggio applicarsi a quella dell’autocritica.
E non dimentichiamo la contraddizione politica finale: l’attuale segretaria del Pd Elly Schlein è stata a lungo vicepresidente e assessore della giunta Bonaccini, e tra le sue deleghe c’era quella al patto per il clima. Che cosa faceva Elly tutto il giorno quando aveva l’incarico in Regione proprio su questi temi? Qualunque cosa significhi la supercazzola politicamente corretta di tutta questa bella gente dopo l’ennesima devastazione nella loro terra, cerchino almeno di non passare oltre la soglia del ridicolo…