Vogliono Salvini in galera e anche sul lastrico
Giovanni Sallusti · 20 Settembre 2024
Cari ascoltatori, vogliono Matteo Salvini non solo in galera, ma anche sul lastrico. Oggi al processo Open Arms è stato il giorno delle parti civili, e al grottesco si è aggiunto altro grottesco, perché la somma complessiva richiesta come risarcimento è un milione di euro. I difensori di parte civile, peraltro, sono una ventina perché si sono costituiti, tra gli altri, anche Arci, Lega Ambiente, Emergency, il Comune di Barcellona. Altro indice che siamo di fronte a un caravanserraglio ideologico.
Sono interessanti anche alcune cose dette, nell’arringa, dall’avvocato di Open Arms, Arturo Salerni: “È evidente il danno che si è prodotto in quella situazione all’armatore umanitario Open Arms, il danno prodotto al suo equipaggio, alla sua funzionalità e alla sua attività che è esclusivamente umanitaria”.
Intanto, armatore umanitario sembra un’espressione in bilico sull’ossimoro. Ma soprattutto, se a guidare Open Arms era un obiettivo esclusivamente umanitario, perché ha rifiutato il porto offerto da Malta e anche quello offerto dalla Spagna? Non era forse nell’interesse umanitario dei migranti sbarcare il prima possibile, assicurare cure e supporto? Peraltro Open Arms batteva bandiera spagnola…
Il fatto è che quella nave voleva precisamente venire in Italia, quindi è evidente che si stava giocando una partita politica: c’era questa anomalia per cui il governo italiano in quel momento stava presidiando quelle cose che si chiamano confini, e per le Ong nonché, immaginiamo, per chi gestisce il traffico di esseri umani, era una novità inaccettabile.
Così, anche oggi sono emersi elementi che dimostrano come non solo a Matteo Salvini viene rimproverata una scelta politica, ma come lo stesso processo Open Arms sia un processo politico: e da oggi, oltre ai sei anni di carcere – cioè più di quanto fa mediamente uno stupratore in questo Paese – c’è anche la richiesta di un milione di euro.