Il nostro augurio a Fitto è che faccia davvero politica
Giovanni Sallusti · 17 Settembre 2024
Cari ascoltatori, da oggi Raffaele Fitto è vicepresidente della Commissione europea con delega alla coesione e alle riforme (e con possibilità di incidere anche sul Pnrr), una nomina di certo non irrilevante per l’Italia, e vorremmo fargli il nostro augurio, libertario e spettinato.
Questa nomina da un certo punto di vista segna l’ennesima disfatta della narrazione del mainstream che aveva descritto l’Italia come un Paese isolato e reietto: secondo lor signori, non avendo Giorgia Meloni e il suo governo votato la Commissione Von der Leyen, e quindi non avendo abdicato ai propri valori e al proprio programma, saremmo stati tagliati completamente fuori dai giochi. L’ennesima profezia dei giornaloni e degli espertoni si è invece sfracellata contro la realtà. Dall’altro lato, oggi è anche il giorno di tutti i leader: le prime, le seconde e anche le terze file del centro-destra hanno fatto gli auguri a Fitto, sui social si sono complimentate, si sono felicitate per la nomina: un coro positivo, cui noi ora aggiungiamo il nostro augurio-postilla.
Il nostro augurio al neo vicepresidente esecutivo della Commissione europea è di contare sul serio, di segnare un punto politico per l’Italia, di ricavare margini di manovra, di incarnare una nomina vera nei contenuti, nell’equilibrio politico della governance europea. Noi speriamo che Fitto cercherà di arginare le politiche attuali, che metterà sul tavolo altre ragioni rispetto alle attuali derive che sono il cemento politico della maggioranza Ursula. Questo perché, banalmente, crediamo che un commissario italiano – come poi faranno tutti gli altri commissari per il loro Paese – debba avere in mente l’interesse italiano. Sarebbe una magra vittoria accontentarsi di occupare una casella.
Per esempio, è interesse italiano contrastare l’eccesso ideologico e talebano del green deal, che punta alla dismissione economica del continente, addirittura al ripristino delle paludi. Lo è smetterla con l’eccesso di dirigismo, di burocraticismo, con la smania compulsiva di normare da Bruxelles ogni aspetto della vita delle nostre aziende, delle famiglie, delle persone. Ed è interesse italiano fermare il dogma masochista dell’elettrico, che consegnerebbe il continente nelle mani della Cina, cioè del principale totalitarismo oggi esistente sulla faccia della terra.
Ecco, noi auguriamo a Fitto che la sua casella sia riempita di politica, e noi, dal nostro osservatorio, monitoreremo e ci prenderemo la libertà, come sempre, di dire cosa ne pensiamo.