Avevano Gramsci, hanno Elly: requiem per la sinistra
Alessandro Gnocchi · 17 Settembre 2024
In questa nuova puntata di “Alta tiratura” Alessandro Gnocchi ci porta fra le pagine del libro appena pubblicato dalla segretaria del Pd Elly Schlein, “L’imprevista”, scritto con la giornalista Susanna Turco e edito da Feltrinelli.
Osserva Gnocchi che questo libro, nero su bianco, è il punto finale dell’evoluzione (o dell’involuzione) della sinistra: gli eredi del comunismo, con questa segretaria, hanno compiuto una transizione definitiva da partito dei lavoratori a partito dei diritti Pd, rinunciando completamente a proporre una visione dell’economia e archiviando la lotta di classe. Elly ha rinunciato alla rivoluzione per fare la rivoluzione in camera da letto, per usare un’espressione di Augusto Del Noce, che già negli anni Sessanta aveva scritto che il Partito comunista, visto che il materialismo storico sarebbe arrivato alla fine per esaurimento, sarebbe diventato un grande partito radicale di massa, e quindi al centro non ci sarebbe stato più il lavoro, ma i diritti. Per questo il titolo del libro è completamente fuori registro: non c’è niente di imprevisto in Elly Schlein. L’unico tema che viene fuori in continuazione è il tema dei diritti di LGBTQIA+, che poi è una battaglia già vinta, non porta avanti un nuovo modello né un’altra visione del mondo, non cambia le regole del gioco.
La riflessione sul lavoro è veramente disarmante, parla di occupazione più dignitosa. Ma che cosa vuol dire? Il marxismo, Gramsci, la tradizione del Partito comunista, mettevano il lavoro al centro della riflessione, ma l’emancipazione attraverso il lavoro non era il reddito di cittadinanza o l’assegno di sussistenza che immagina Elly, era ragionare sui salari, dare dignità al lavoratore, anzi, portarlo al potere. Il comunismo sarà stato un’idea discutibile e anche criminale, ma almeno aveva qualcosa di grandioso, qualcosa che faceva sognare. Con Elly siamo passati dal sol dell’avvenire al nulla.
La parte autobiografica del libro, praticamente un santino, definisce anche chi è il nuovo elettore del Pd: Elly è figlia di accademici, laureata in giurisprudenza, ha militato nella sinistra universitaria, è appassionata di cinema, è attenta alle battaglie green e LGBTQIA+, è attivista per l’immigrazione, è stata volontaria nella campagna elettorale di Barack Obama; il dettaglio più interessante del libro è che ha vinto le primarie del Pd grazie al voto di coloro che non sono iscritti al Pd.
Volete sapere di più? L’autoritratto più avanti si fa infantile: le piacciono i panini dell’autogrill, mangia le lasagne, adora le patate al forno, canticchia le canzoni alla radio, guarda Sanremo e lo commenta con le amiche su Facebook minuto per minuto, passa la notte con i videogiochi, gioca a Trivial; inoltre adora mettere i dischi nelle notti vintage, suonare la chitarra, buttarsi nella neve fresca e ballare al Gay pride.
Finito? Finito. Questo è lo specchio della sinistra e di chi la vota. E non aspettatevi di trovare un po’ di cultura politica, nel libro di Elly Schlein, perché, drammaticamente, non ce n’è neanche l’ombra.