Beppe Sala senza freni: porta il woke a scuola
Giovanni Sallusti · 10 Settembre 2024
Cari ascoltatori, sapevate che a Milano si va ufficialmente a scuola di woke, a scuola di ideologia politicamente corretta contemporanea? Se anche avessimo avuto il sospetto di esagerare quando denunciamo il tentativo pervasivo di penetrare tutti i gangli della società con questo nuovo luogocomunismo della sinistra contemporanea, la cronaca ci ha restituito un’ennesima conferma che questo tentativo è in corso, perfino nelle scuole.
Il progetto si chiama Scuole Aperte, che detto così suona benissimo, perché una caratteristica dell’ideologia woke è di appoggiarsi su buoni sentimenti e parole d’ordine apparentemente inattaccabili. Si tratta di un’iniziativa, ancora in costruzione, che coinvolge il terzo settore, cioè aziende private, fondazioni eccetera, e che ha lo scopo di aprire le scuole ad attività “civiche” su temi che favoriscano l’inclusione sociale: che non è un concetto neutrale, ma indica una visione del mondo precisa, che non si vede perché, solo quella, debba essere imposta ai nostri figli.
Fra queste iniziative c’è un corso dell’Arcigay di Milano che vuole educare alle differenze, che detta così va benissimo, se non fosse che l’unico modello con cui approcciarsi alle differenze sembra essere l’ideologia arcobaleno, trascurando tutto lo spettro di posizioni possibili (e sul fatto che vengano prese in considerazione siamo scettici). Un’altra iniziativa è “Il valore delle differenze”, promossa da Agedo, un’associazione di genitori, parenti, amiche e amici di persone lesbiche, gay, bisessuali, trans con l’asterisco, che parlerà con i genitori anche sui rischi della transfobia e dell’omofobia: ma che cosa si intende? Se si tratta della persecuzione o anche solo la discriminazione concettuale di una persona perché omosessuale, allora parliamo ovviamente di una barbarie contro cui qualunque uomo libero si deve schierare. Ma non è che per forza debba sfociare nel Carnevale arcobaleno, per esempio nella negazione del dato biologico che i sessi sono due; e il dubbio viene, perché sono queste le nuove frontiere del woke.
Un’altra frontiera è l’immigrazionismo, per esempio l’evento “Voci dei migranti tra ieri e oggi”: il fenomeno andrà osservato, ma temiamo che ci sia nell’aria anche l’equivalenza tra il fenomeno fisiologico che vide protagonisti anche gli italiani nel secolo scorso, e il fenomeno del traffico di esseri umani scambiato per immigrazione. Altre iniziative hanno lo stesso respiro, per dirne due, “Una scuola senza barriere”, “Accompagnare l’inclusione di famiglie neo arrivate a Dergano e San Siro”.
Insomma, l’assessorato all’istruzione della Giunta iperpoliticamente corretta di Beppe Sala ha messo in agenda un programma piuttosto orientato: per questo ci tocca ricordare che le scuole, anche quelle milanesi, sono i luoghi dell’apprendimento, della formazione, dello sviluppo della persona. E mai dell’indottrinamento.