Tira di più una Boccia che il dossieraggio anti-Lega

· 9 Settembre 2024


Cari ascoltatori, facciamo questo gioco, dimmi di che scandalo parli e ti dirò che Paese sei: un Paese da operetta o una democrazia avanzata? Vediamo due casi di quest’ultimo scorcio d’estate. Da un lato c’è questa storiella pecoreccia, c’è l’amante di un ministro che non riceve la nomina che si aspettava e allora fa partire uno stillicidio di rivelazioni che gli creano un forte imbarazzo, prima sul piano privato e subito dopo ovviamente su quello pubblico, mentre i giornali seri del ceto medio riflessivo ci sguazzano; finché, a un certo punto, questo ministro deve (giustamente) dimettersi perché, come diceva Francesco Cossiga, in politica non c’è niente di più pericoloso del ridicolo: l’alfabeto di questo scandalo era fatto di cuoricini in chat, i pranzi e i caffè pagati o non pagati, le trasferte a carico di chi, le allusioni su telefonate con la moglie ascoltate anche dall’amante, questo era il livello del Watergate noto come caso Sangiuliano.

In verità ci sarebbe anche uno scandalo con la S maiuscola, un’ipotesi accusatoria della Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone, da cui scaturisce il seguente quadro: l’azione sistematica, non episodica, che tra i suoi protagonisti avrebbe avuto l’ex sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Antonio Laudati, il finanziere Pasquale Striano, alcuni cronisti di punta di giornali di sinistra, in particolare del quotidiano “Il Domani”, che avrebbero prodotto dossieraggio tramite la costante acquisizione di dati sensibili, anche non accessibili, e poi filtrati in modo da utilizzarli contro avversari politici, nella fattispecie la Lega. Tutto questo è ovviamente da dimostrare, ma il caso giornalistico c’è e dovrebbe raccontare questo quadro, che è agli atti dell’inchiesta: nelle chat ci sarebbero messaggi di Striano anche con cronisti del Fatto Quotidiano, in cui viene anche ventilato il coinvolgimento di apparati dello Stato non meglio precisati. In pratica un grave caso di dossieraggio che unisce poteri dello Stato ed esponenti del potere mediatico, al fine di danneggiare un partito politico votato democraticamente dagli italiani.

Ora, la domanda è la seguente: in un Paese normale, civile, avanzato, in quale, fra le due vicende che abbiano descritto, si trova lo scandalo? Eppure nel sistema dell’informazione italiota ha tenuto banco solo il caso Sangiuliano (il quale dopo aver finito i mea culpa pare si sia ritirato in un convento) mentre la signora Boccia è ancora ascoltata come una Giovanna d’Arco dai giornali mainstream, proprio mentre emergono dettagli su uno scandalo vero, da pseudodemocrazia sudamericana, al quale i giornali che regalano paginate alla signora Boccia, dedicano, quando va bene, delle brevi in cronaca.

In questi momenti si capisce che il dibattito è truccato, che il sistema l’informazione è prossimo al coma vegetativo, se una storiella sexy di mezza estate ha facilmente la meglio su un dossieraggio fra poteri dello Stato, cioè un serio un problema di democrazia.


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