Due referendum e 30 milioni di sì. Ma a Elly non basta
Giuliano Zulin · 3 Settembre 2024
In questa puntata della nostra rubrica “Regioniamoci sopra” dedicata all’autonomia differenziata, Giuliano Zulin spiega a suon di numeri perché l’autonomia differenziata darà la possibilità a ogni regione, sia del nord sia del sud, di avere migliori servizi e maggiori finanziamenti. E ricorda come sul questo tema gli italiani si siano espressi con un referendum già due volte, nel 2001 e nel 2016, e con due governi di sinistra.
La prima volta in cui venimmo chiamati alle urne fu per la riforma del Titolo V della Costituzione, durante il governo Amato e con ministro Bassanini: circa 11 milioni di italiani dissero sì alla riforma che avrebbe aperto la strada all’autonomia. La seconda consultazione, nel 2016, riguardava la riforma costituzionale voluta dal governo Renzi e approvata in Parlamento, e la voce riguardante l’autonomia di fatto annichiliva, smorzava la spinta al federalismo e all’autonomismo data nel 2001: circa 19 milioni di italiani dissero no all’impoverimento della riforma del titolo V. Si tratta di 30 milioni di voti a favore dell’autonomia in due consultazioni, e ora la sinistra riporta la questione alle urne una terza volta, sostanzialmente per andare contro se stessa: inclusa Elly Schlein, che era assessore regionale in Emilia Romagna quando il presidente Stefano Bonaccini fu uno dei promotori dell’autonomia differenziata, salvo fare marcia indietro quando il Pd glielo ordinò…
Allora il centrosinistra, l’abbiamo detto in tutte le salse, lo sappiamo a mia memoria, nel 2001 nel tentativo di portare via voti alla Lega al nord, chiaramente molto più federalista, economista, varò questa riforma del titolo quinto.
Ricordiamo comunque che già negli anni 70 il primo presidente dell’Emilia Romagna, membro del partito comunista italiano, spinse e spinse addirittura vuole creare una macro regione delle valli padane, quindi non è che sia strano che nel centrosinistra anche in Europa tutto il centrosinistra è da storicamente federalista. Ma detto questo andiamo solo sui numeri, però dal punto di vista non economico ma ripeto politico. Allora nel 2001 ci furono più o meno 10-11 milioni di italiani che chiaramente dopo l’approvazione della riforma della costituzione italiana in senso autonomista, il famoso titolo quinto articolo 106, 117, 118, 119… vennero chiamati alle urne per confermare, per dire ragazzi, cittadini, amici volete questa riforma o non vi va bene, sì o no? E sì, benché l’affluenza non fu esaltante, era ottobre, all’epoca il centrodestra addirittura diciamo non è che si opposi, però non è che piacesse molto questa riforma, era una roba spinta, era una campagna politica referenaria spinta chiaramente dal centrosinistra che l’aveva fatta votare in Parlamento anche con quattro voti risicati sia tra Camera e Senato comunque.
E oltre 10 milioni di italiani, circa 11 milioni di italiani votarono per il sì, quindi già gli italiani si sono espressi sull’autonomia per dire sì la vogliamo, 2001. Allora poi adesso in queste ultime settimane abbiamo sentito, vabbè però bisogna anche ammettere che, quelli della sinistra dicono, beh però bisogna ammettere che forse abbiamo sbagliato, bisognarebbe ritornare sui nostri passi, ma alla fine non è che una cosa fatta 22 anni fa abbia ancora valore, bisogna rivedere tutto, riformare la Costituzione, non dare tutti questi poteri, si creerebbero 20 stati, è tutto, discorsi così, quasi a rinnegare una cosa che hanno fatto loro. No, benissimo, allora uno dice, posso anche capire che, possiamo tutti capire che una cosa votata magari 22 anni fa, a parte che 22 anni fa, anzi 23 anni fa non è che parliamo della preistoria, perché poi diciamo che la Costituzione è la carta più bella del mondo, che è del 46, poi diciamo che entra in vigore nel 1948, è lì intoccabile, chiaramente, anche se in teoria uno dice, beh vabbè sono passati 70-80 anni, magari si può anche cambiare, no quello è intoccabile.
L’hanno cambiata loro, quelli del centro-sinistra, e però adesso dopo 20 anni dicono, ma però, perché chiaramente uno dice, scusate stiamo attuando una riforma che avete votato voi. No, non va bene. Ripetiamo, quasi 11 milioni, 10 milioni e mezzo di italiani dissero sì, invece, a noi piace questa riforma autonomista federalista della Costituzione, ma che recentemente, nel 2016, gli italiani vennero chiamati a votare sempre su una riforma, all’epoca era la famosa riforma costituzionale, approvata in Parlamento dal governo Renzi, che di fatto annichiliva, smorzava l’autonomismo e il federalismo inseriti nel 2001 da centro-sinistra nella Costituzione, cioè quindi se la facevano, se la dicevano, prima hanno votato una roba, nel 2001, poi nel 2006 ce ne ha votata un’altra.
Chiaramente per questioni costituzionali non si andò, cioè, si andò al referendum e gli italiani, a stragrande maggioranza, quasi 18-19 milioni, dissero no, non vogliamo che venga modificata la Costituzione.