Hamas spara alla testa della pace
Giovanni Sallusti · 2 Settembre 2024
Cari ascoltatori, siamo prigionieri del macabro illusionismo di Hamas, uno schema ciclico preciso, che va dal terrorismo nazi-islamico al rimbalzo sui media. Il fatto più recente è l’orrendo assassinio dei sei ostaggi israeliani uccisi con modalità del tutto simili a quelle delle SS, sparando loro alla nuca. Dovremo ricordarcelo tutti, quando sui titoli dei giornali e nelle analisi qualcuno suggerisce una folle equivalenza tra Hamas e un governo libero e democratico, magari criticabile, ma pur sempre un governo. Perché la cosa impressionante è che quasi tutti, come ormai avviene d’abitudine, hanno riportato a copia-incolla il comunicato di Hamas: gli ostaggi sono morti per colpa di Netanyahu, perché non vuole la tregua né la pace.
La verità è un’altra: ed è che negli ultimi mesi Hamas ha sabotato sistematicamente qualunque ipotesi di accordo per un cessate il fuoco, che è l’unica cosa peraltro possibile, perché non è verosimile una pace permanente con un movimento terrorista che ha nel suo statuto la cancellazione di Israele dalla faccia della terra. Per questo la parola pace, quando si parla di Hamas, puzza moltissimo di ipocrisia. Lo stesso vale per il rilascio degli ostaggi, perché la dinamica è sempre uguale: si perdono mesi in estenuanti trattative (in Qatar sono andati il direttore della Cia William Joseph Burns e il segretario di Stato Antony Blinken) e alla fine Hamas fa saltare il banco dicendo che Israele avanza richieste non concordate che non possono essere soddisfatte, di cui però i mediatori catarioti ed egiziani, che pure amici di Israele non sono, non hanno saputo nulla.
È un inganno continuo: la pretesa di Hamas è il mantenimento integrale dell’arsenale bellico e delle infrastrutture logistiche, cioè dei tunnel, in cui fra l’altro sono nascosti i mandanti e gli esecutori del 7 ottobre. Esige il rilascio di tutti i detenuti in Israele, compresi i capi storici del terrorismo. In pratica, chiede che vengano ripristinate le condizioni perché in futuro sia possibile un nuovo 7 ottobre.
Ecco perché gli accordi puntualmente saltano: perché Hamas non li vuole. I suoi leader lo dicono proprio, da ultimo Yahya Sinvar: a Hamas servono il sangue dei palestinesi e un’apocalisse permanente, una jihad continua, per arrivare alla cancellazione di Israele. Non sarà ora di finirla, noi qui in Occidente, In Europa, e smettere di copia-incollare, come se fosse una verità, l’agenzia unica di Hamas?