È davvero il caso di regalare più cittadinanze?
Giovanni Sallusti · 30 Agosto 2024
Cari ascoltatori, purtroppo a volte tocca alla cronaca nella sua versione più brutale smascherare le fole dell’ideologia. Veniamo da un agosto in cui, per insolazione collettiva, a tener banco è stato il dibattito sullo ius scholae, questa esigenza di allargare le maglie della cittadinanza sulla base dell’ipotesi che esista una specie di ritrosia a concederla, a dispetto dei numeri che dicono il contrario.
Poi arriva la cronaca. Come sapete, è stato arrestato un uomo accusato di essere l’omicida di Sharon Verzeni, la 33enne di Terno d’Isola uccisa con quattro coltellate dopo essere stata aggredita “per caso”, come ha spiegato, confessando il delitto, la persona fermata. Per molte ore i titoli dei siti e dei giornaloni hanno affermato che era stato arrestato un italiano. Notate bene: non si dice mai arrestato un marocchino o arrestato un tunisino, la nazionalità viene sottolineata quando è italiana, è doppiopesismo, la nazionalità di un presunto criminale o la si riporta sempre, oppure per niente.
Più tardi, poi, è stato diffuso il nome dell’uomo fermato, Moussa Sangare, che è un italiano a tutti gli effetti, nel senso che ha la cittadinanza italiana, ed è chiaramente di origine africana, dapprima si è detto marocchina, poi del Mali, infine ivoriana. Che cosa vogliamo dire? Ovviamente questo non innesca nessun determinismo nell’origine di chi delinque, però c’è un fatto incontrovertibile: se le regole vigenti in Italia non hanno potuto evitare che venisse concessa la cittadinanza italiana a una persona che uccide per caso (prima di aggredire Sharon aveva minacciato con i coltelli che aveva con sé due ragazzini di 15 anni), persona tra l’altro già in precedenza accusata di violenza sulla madre e la sorella, non siamo in presenza di un problema di maglie strette, ma al massimo ci sarà un problema di maglie larghe.
Matteo Salvini ha provato a twittare questo semplice concetto: “Spero venga fatta chiarezza il prima possibile e in caso di colpevolezza pena esemplare senza sconti”. È un messaggio chiaro e di rigoroso garantismo, eppure ha sollevato un polverone di polemiche, fra i cui autori si è segnalata Luana Zanella, capogruppo di Alleanza verdi e sinistra, che ha considerato “inaccettabile il post di Salvini, perché nega totalmente e colpevolmente la trasversalità di un fenomeno che non riguarda classi sociali, colore della pelle, confini statali e che la maggior parte delle volte nasce dentro i nuclei familiari”. Cioè una supercazzola sociologica innanzi a un’ovvietà pratica che ripetiamo: non c’è alcuna urgenza di allargare le maglie della concessione della cittadinanza; semmai, visto che Moussa Sangare l’ha avuta, ci sarebbe quella di stringerle. Ci sembra una logica elementare alla quale siamo certi che neppure Forza Italia, alla prova dei fatti, sarà così folle da sottrarsi.