Imane prende a pugni anche la libertà d’espressione
Giovanni Sallusti · 14 Agosto 2024
Cari ascoltatori, Imane Khelif ora prende a pugni anche la libertà d’espressione. Evidentemente non soddisfatta di aver vinto l’oro nella boxe femminile, l’atleta algerina ha sporto denuncia alla Procura di Parigi per “molestie informatiche a causa del genere, insulto pubblico a causa del genere, provocazione pubblica alla discriminazione e insulto pubblico a causa dell’origine”.
Non sappiamo esattamente di che reati si parli, ma sicuramente in questi tempi di soft-autoritarismo politicamente corretto si tratta di psicoreati gravissimi: tant’è che le indagini sono state affidate all’Ufficio centrale per la lotta ai crimini contro l’umanità, i crimini ispirati dall’odio. Secondo Imane Khelif è meritevole di indagine chiunque abbia criticato il fatto che lei abbia gareggiato nella categoria femminile, nonostante l’International Boxing Association avesse già sollevato perplessità sufficienti a farla escludere dai mondiali, a causa della presenza di cromosomi XY (cioè maschili) e di un alto livello di testosterone.
Tutto questo, fra l’altro, svilisce la stessa definizione di “crimine contro l’umanità”, che invece è un concetto nobile: rimanda a tragedie, ad autentiche lesioni dei diritti, a fatti terribili che accadono in Iran, in Cina, in molti Paesi africani, nel silenzio di tutti.
La causa è stata intentata in particolare contro il social media X, come ha spiegato Nabil Boudi, avvocato parigino della campionessa olimpica, così da permettere, ha affermato il legale, che la Procura abbia tutta la libertà di indagare contro tutte le persone che si sono rese responsabili di aver criticato la sua assistita.
Inoltre, in esclusiva al settimanale Variety, il medesimo avvocato ha confermato che sono stati citati nel testo della denuncia anche la scrittrice J. K. Rowling (autrice della saga di Harry Potter, femminista di sinistra ma fiera avversaria dell’ideologia woke) e il proprietario del social media X, Elon Musk, perché non si sono accodati al coro pro-Imane e, rifiutando di abdicare alla realtà, hanno esercitato il loro diritto alla libertà di espressione.
Rowling, che è notoriamente battagliera, ha più volte dichiarato detto che la biologia non è soggetta a preferenze, turbe o ideologie. E immaginiamo si riferisse anche alla biologia dei cromosomi, quando ha postato critiche anche pesanti sulla vicenda Khelif. La stessa cosa ha fatto Elon Musk, che ha condiviso sul suo profilo un analogo pensiero di una nuotatrice americana e poi ha ribadito che, a suo giudizio, di un atleta con cromosomi maschili e testosterone alto si può ipotizzare abbia anche forza maschile, senza per questo commettere uno psicoreato. Ricordiamo che Musk ha difeso la sua libertà di espressione anche quando un Commissario europeo, Thierry Breton, qualche giorno fa ha tentato di trascinarlo in una querelle woke sulla sua intervista a Donald Trump.
Insomma, secondo Imane Khelif avere un’opinione critica o comunque diversa dalla sua, ovviamente senza nessun giudizio morale, tantomeno moralistico, non si può: per la nuova idola del progressismo europeo-occidentale bisogna prendere a pugni anche la libertà d’espressione. Viva J.K. Rowling, viva Elon Musk: non a caso ci chiamiamo Radio Libertà.