Ci vogliono convincere che la Ue ha vinto le Olimpiadi
Giovanni Sallusti · 12 Agosto 2024
Cari ascoltatori, in questi giorni nel mainstream c’è grande entusiasmo attorno a un tarocco, quelli bravi direbbero a “un’operazione di post-verità”. È un tarocco molto rilanciato in questi giorni ed è il seguente: la somma delle medaglie dei 27 Paesi che compongono l’Unione europea supera il numero di medaglie delle due principali potenze mondiali olimpioniche, Stati Uniti e Cina, quindi l’Unione europea ha vinto il medagliere olimpico. Detta così sembra un’operazione di bispensiero orwelliano, ma è andata veramente in scena, con varie gradazioni di verosimiglianza e sbraco. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha condiviso addirittura una grafica che illustra proprio questo: prima l’Unione Europea, secondi gli Stati Uniti, terza la Cina. “Open”, il giornale online di Enrico Mentana, il finto bastian contrario e in realtà più accomodato di tutti sulle tesi del mainstream, a Olimpiadi macroniane ancora aperte scrisse che l’Unione europea si apprestava a umiliare gli Stati Uniti e la Cina.
Più seriamente, su Avvenire una riflessione del sociologo Mauro Magatti spiega che cosa ci insegna il medagliere olimpico. Parte anch’egli dal tarocco ma poi, dato che Magatti non è Mentana né Nardella, riconosce che si tratta di un teorema del tutto sulla carta, che non sta nella realtà. Scivola però indugiando sull’idea che non riconosciamo tutto il potenziale dell’Unione Europea, che egli vede come una potenza in grado di umiliare Stati Uniti e Cina. Visione che anch’essa si infrange contro la realtà. Tutt’al più l’Unione Europea può corrispondere alla definizione che ne diede Henry Kissinger: un gigante economico, un nano politico, un verme militare.
Il tarocco è alle fondamenta, nella narrazione assurda che si possano semplicemente sommare le medaglie ottenute dai vari Paesi che si sono presentati alle Olimpiadi. Si tratta, e adesso diremo parolacce, di nazioni dotate ciascuna di una storia, di un’identità che a volte può confliggere con quella di altri Paesi, e lo diciamo nel senso positivo, del sano agonismo. È proprio nel concorrere in quanto nazioni, per vincere, e non nella retorica macroniana, non nell’Ultima cena queer, che si è espresso il vero valore dell’Europa: valori comuni ma anche diversità, pluralismo, irriducibilità della storia dei vari Paesi al Soviet eurocratico di Bruxelles. Cioè il contrario della narrazione mainstream.
Quindi, non abboccate: la Ue sportiva non esiste, lo sport è uno dei territori più refrattari all’ideologia, e l’eurofondamentalismo quello è: solo ideologia.