Starmer ha la sharia in casa ma vede solo nero

· 8 Agosto 2024


Cari ascoltatori, c’è una domanda che nessuno o pochi si stanno ponendo. Può la Gran Bretagna, o parte di essa, ridursi a un sobborgo che ospita la Sharia? Ricordiamolo: parliamo del Paese della Magna charta libertatum, della civiltà dell’Habeas corpus, la prima ad aver codificato limiti al potere statale in nome della libertà dell’individuo attorno alla quale costruire la convivenza civile e istituzionale, il Paese-antidoto alle pulsioni autoritarie emerse dal continente europeo, da Napoleone a Hitler. Ci chiediamo questo perché le cronache che arrivano da oltremanica in questi giorni sono state raccontate e gestite, anche dalle autorità inglesi in modo strabico e credo volutamente incompleto, in nome dell’ideologia politicamente corretta.

Il fatto più clamoroso è l’accoltellamento di tre bambine nei pressi di Liverpool da parte di un 17enne figlio di immigrati ruandesi, chiaramente pazzo, non collegato ad alcun gruppo islamista né di altro tipo, ma che ha acceso una miccia in molte periferie del Regno Unito che versano in una situazione largamente compromessa. Altri casi di cronaca accaduti sono minori ma ugualmente inquietanti, abbiamo visto manifestazioni talvolta violente che hanno coinvolto anche gruppi nativisti di estrema destra; e abbiamo visto squadroni di polizia islamica in giro per questi quartieri a far rispettare la Sharia. Perché questa è la situazione di molti dei sobborghi britannici: sono già Eurabia, avrebbe detto Oriana Fallaci, le donne stanno sempre dietro i mariti completamente velate, per un ebreo frequentare questi sobborghi è estremamente pericoloso e le strade sono presidiate da squadracce di polizia islamica. Questo panorama è inquietante almeno quanto i disordini alimentati anche da gruppuscoli di destra.

Invece il neo-premier laburista Keir Starmer finora ha visto solo quel che voleva: ha dichiarato di essere pronto a mobilitare la polizia contro i disordini dell’estrema destra, ma non si è interrogato sulla radice della questione, sul motivo per cui l’autorità pubblica britannica sta perdendo il controllo di una parte consistente del suo territorio. Un segnale di quale sia la realtà è la manifestazione a Belfast che ha unito cattolici e protestanti (cosa mai accaduta prima, hanno una storia di decenni di odio, di guerra e di terrorismo reciproco) contro l’immigrazione incontrollata, indice che la situazione è vicina a un punto di non ritorno.

Però Starmer continua a non chiedersi se esista un problema di non gestione dell’immigrazione, anzi di vero lassismo in alcuni quartieri dove non vige più la legge e men che meno penetra la civiltà anglosassone, che è sempre stata il faro di tutti gli uomini liberi. Sembra interessato a seguire il solito romanzone contro l’estrema destra, mentre larghi pezzi del suo Paese sono sempre più divorati dall’Eurabia.


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