Le Olimpiadi di Macron annegano nella Senna
Giovanni Sallusti · 5 Agosto 2024
Cari ascoltatori, oggi vorrei parlarvi della grandeur tragicomica del piccolo Bonaparte Emmanuel Macron, colui che ha reso le Olimpiadi una vetrina delle turbe, dei tic e delle manie woke: la sua rappresentazione di questi giorni è il caso della Senna, la folle idea di tenere le gare di nuoto sulle lunghe distanze, compreso il triathlon, nelle acque di un fiume metropolitano che ovviamente non è indicato per bagnarsi, non può essere salubre. E infatti l’atleta belga Claire Michel è finita in ospedale per una infezione gastrointestinale dovuta a escherichia coli, e il Belgio ha ritirato l’intera staffetta femminile dalla gara di triathlon; pochi giorni fa il canadese Tyler Mislawchuk, anche lui reduce del triathlon nel fiume, ha detto di aver vomitato dieci volte.
Siamo quindi di fronte alla grandeur autoreferenziale di un uomo chiuso nel suo palazzo, sempre più assediato, come è risultato chiaro anche dalle ultime elezioni francesi, per cui ha dovuto inventare l’accrocchio repubblicano con gli islamo-gauchisti pur di impedire a Marine Le Pen di aprire un capitolo nuovo.
Così, le Olimpiadi macroniane si stanno rivelando una macroscopica boiata: dopo aver preso in giro tutti i cristiani con la grottesca parodia dell’ultima cena (perfino il Papa è dovuto intervenire), dopo aver sdoganato questa cosa che secondo i giornaloni è ovvia – ma noi che viviamo nella realtà sappiamo che è folle – per cui degli atleti con forza e caratteristiche maschili possono riempire di cazzotti delle atlete donne, la fallimentare manifestazione sportiva portata sulla Senna ha ribaltato la sua voglia di grandeur nella commedia di un leader ormai ridicolo.