Fermate il pestaggio politicamente corretto
Giovanni Sallusti · 31 Luglio 2024
Cari ascoltatori, stasera vogliamo lanciare un appello preoccupati, lo urliamo il più forte possibile: fermate il pestaggio politicamente corretto. Come se le Olimpiadi di Parigi non fossero state finora abbastanza monopolizzate dalla paranoia woke, domani sera rischia di accadere qualcosa di più grave, rischia di andare in scena un vero e proprio pestaggio benedetto dalla suddetta ideologia.
Una pugile transgender, l’algerina Imane Khelif, combatterà contro un’atleta italiana, Angela Carini. Un anno fa Khelif è stata esclusa dai mondiali di boxe perché, secondo l’International Boxing Association, che immaginiamo non sia un gruppo di clerico-fascisti, ha fallito i cosiddetti test per la verifica del sesso. I risultati dell’analisi del dna, oltre a livelli ormonali di testosterone sopra la norma, avevano portato alla squalifica di Imane per la presenza di cromosomi maschili.
Questa stessa atleta (se si vuol continuare a usare la desinenza femminile e non essere incriminati dalla psicopolizia) è stata invece ammessa alle Olimpiadi di Parigi, perché il Comitato olimpico Internazionale non ha canoni precisi, non vuole farsi accusare di sessismo retrivo.
Insomma, domani questa pugile transgender gareggerà contro la nostra pugile: a tutti gli effetti una follia, che è stata sottolineata da più parti. Anzitutto dal ministro Matteo Salvini, secondo il quale si rischia che vada in scena “uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi”. Noi sottoscriviamo ogni parola, anche perché lo stesso Salvini ha ricordato il caso di un’atleta messicana che dopo aver affrontato questa atleta algerina aveva dichiarato: “I suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini”.
Questo è un incubo: Imane Khelif non può gareggiare fra le donne perché tecnicamente ha una forza, un impatto sportivo e atletico da maschio, ma non si può dire. Giustamente la Lega ha incalzato il ministro Andrea Abodi e l’ha invitato a riferire in aula, perché questo match è veramente una summa della follia woke. Sul tema sono intervenuti in molti, il presidente del Senato, Ignazio La russa, ha chiesto: “È politicamente scorretto dire che tifo per la donna?”; per la ministra Eugenia Roccella desta grande preoccupazione il fatto che in gare di pugilato femminili siano state ammesse due (c’è anche un’altra atleta transgender) uomini che si identificano come donne.
Le cronache, intanto, tendono a sminuire la portata di questa barbarie. Riferiscono che quest’atleta algerina, che per essere precisi è una persona intersex, si è sempre socializzata come donna, ha una storia sportiva nelle competizioni femminili, quindi può gareggiare con le donne. Allora, oltre al pestaggio che rischia di andare in scena, questa vicenda mostra anche come il politicamente corretto e l’estremismo Lgbt abbiano le donne come nemico principale.
Lo ha capito la grande femminista J. K. Rowling, l’autrice di Harry Potter, anche lei certo non accusabile di essere una estremista di destra. Ha compreso subito la follia di mettere in discussione un’ovvietà biologica, esistono due sessi e solo due: è anzitutto un attacco alle donne, al femminile come tale, perché sdogana un relativismo sessuale generalizzato. Cioè, se una persona si sente intersex e si è sempre socializzata come donna, anche se ha il testosterone alto, anche se ha cromosomi maschili, insomma anche se pesta come un uomo, può salire sul ring contro una donna.
È un delirio totale, lo ripetiamo al ministro Abodi, al presidente del Coni Giovanni Malagò, a chi può attivarsi presso il Comitato olimpico internazionale. C’è ancora tempo: fermate il pestaggio politicamente corretto.
Ps.: per il nostro appuntamento quotidiano LiberaMente, da domani vi aspetto alle 15, orario del palinsesto estivo per agosto.
(Foto fonte Instagram)