Elly, impara l’autonomia dai socialisti catalani
Giuliano Zulin · 30 Luglio 2024
In un clima surreale e contraddittorio generato dalla sinistra, Giuliano Zulin continua la sua corsa nelle praterie dell’autonomia differenziata con la nostra rubrica “Regioniamoci sopra”. Perché diciamo surreale?
Perché, ricorda Zulin, è stato il governo Conte a portare avanti l’autonomia: si è arrivati addirittura a quantificare le risorse da girare alle Regioni per gestire alcune competenze. Quindi quel che accade oggi è che Pd e M5S, ma in generale tutta la sinistra, stanno raccogliendo firme per un referendum che chiederà di abrogare una legge che hanno voluto loro, perché nel 2001 passò la celebre modifica della Costituzione approvata da un referendum.
Zulin in questa puntata ha modo di parlare di un altro caso surreale ma altamente significativo: nella Spagna del dopo Franco, infatti, la democrazia ha preso un’impronta regionalista e federalista, molto variegata, a più velocità: esistono delle regioni comunidades, delle comunità che hanno addirittura grande capacità di gestione dei tributi e riscossione nel territorio, quindi la possibilità di tenersi i soldi. Mentre in Italia le Regioni a saluto ordinario di fatto spendono soldi che vengono da Roma, e l’autonomia dipende dall’aumentare l’addizionale IRPEF regionale. In pratica a sinistra hanno detto: se volete più poteri aumentatevi le tasse.
In Spagna, dice Zulin, secondo “El Economista”, uno di maggiori quotidiani iberici di settore, è stato trovato un accordo tra ERC e il PSC. ERC è Eschiera Catalana, partito storico dell’autonomismo, secessionismo e indipendentismo catalano; il PSC è il Partito Socialista catalano, che alle ultime regionali ha vinto di un soffio e chiede la presidenza della regione per il suo Salvador Illa.
Questo accordo è basato su un modello di finanziamento che prevede il trasferimento del 100 per cento delle tasse alla Catalogna. Non è che la Catalogna sia sprovvista di autonomia finanziaria, perché trattiene già più o meno il 50 per cento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, cioè l’IRPEF, il 50 per cento dell’IVA e il 58 per cento di altre tasse sociali. Questo salto in avanti è frutto della volontà dei socialisti spagnoli di ottenere una presidenza per dieci anni in mano agli indipendentisti, per cui hanno messo mano alla trattativa e hanno dato l’ok di fatto all’autonomia finanziaria della Regione.
Se questa misura porterà vantaggi o meno si vedrà, ma l’ulteriore discrepanza l’Italia e la maggior parte dei Paesi del mondo è che l’autonomia, l’indipendentismo, il regionalismo sono questioni di sinistra ovunque tranne che da noi: ma nel nostro Paese, commenta Zulin, “probabilmente gli amici del centro-sinistra a scuola di politica ci sono andati nel giorno di chiusura, perché non hanno capito la mentalità della sinistra europea e in particolar modo quella spagnola”. Inoltre in Spagna sia il partito conservatore sia i socialisti hanno sempre avvallato l’idea dell’autonomia, proprio ragionando sulla migliore gestione.