Delirio-Ursula: dà lezioni di democrazia all’Italia

· 24 Luglio 2024


Cari ascoltatori, uno dei più solerti uffici stampa dell’eurocrazia, cioè La Repubblica, ha diffuso il rapporto della Commissione europea in cui l’Italia viene bocciata: si dice che lo Stato di diritto è a rischio. Il bello è che a dirlo siano proprio questi della Commissione, che se ne sono appena infischiati del risultato del voto popolare nei più rilevanti Stati europei, che si sono appena distribuiti incarichi tra di loro e hanno steso un antidemocratico cordone sanitario contro la destra; nel nuovo Parlamento il Pd ha avuto un incarico, mentre nessuno è stato dato ai conservatori, né ai patrioti, tutti appestati. 

Questo club di gentiluomini maneggia le leve del potere europeo e ci fa sapere che lo Stato di diritto è a rischio a causa della riforma del premierato. Attenzione: la Commissione europea entra in un processo di riforma dell’assetto istituzionale italiano portato avanti da un governo che ha il mandato del popolo, e lo giudica negativamente. Ciò che li inquieta di più è che con questa riforma il Presidente della Repubblica non potrà più cercare una maggioranza alternativa o individuare una persona fuori dal Parlamento come premier, per cui lor signori vedrebbero ristretti i loro margini di intervento in casa nostra: più di una volta in tempi recenti hanno giocato di sponda per imbastire in Italia governi tecnocratici che non rispecchiavano la volontà popolare.

Va ricordato che in alcuni Paesi europei di primo piano l’idea di un governo più stabile, più efficiente, più in grado di incidere è già radicata nel sistema politico. La Francia ha un sistema semipresidenziale, la Germania è un cancellierato il cui cancelliere ha più poteri di quelli che ha il nostro presidente del Consiglio, incluso quello di nominare e revocare i ministri (che infatti è previsto dalla riforma del premierato). Quindi, se in Francia e in Germania lo Stato di diritto non è a rischio, ovviamente non lo è neanche in Italia. La Commissione cita poi fantomatici stakeholder che sarebbero preoccupati perché questa riforma potrebbe andare a toccare un sistema di pesi e contrappesi… Stakeholder è una parola che in un documento fa sempre scena, ma poi non viene nemmeno detto chi sarebbero.

Un altro tema che inquieta molto gli euroburocrati è l’equilibrio tra politica e giustizia. Ma a rovescio. Cioè, non è che si sono accorti dell’invasione di campo di una parte della giustizia nell’agone politico: per loro è il contrario, vedono un’eccessiva pressione esercitata sulla magistratura da parte dei politici. E riescono a dirlo mentre davanti al loro naso sulle cronache scorre la vicenda Toti: da mesi il presidente di una Regione importante è tenuto ai domiciliari senza una chiara ragione tecnico-giudiziaria, quindi per un atto politico, con un fine politico. E questo ci fa scattare la domanda: ma questi signori quanto ne sanno non solo della cronaca, ma della storia italiana? Ma hanno chiaro che cos’è successo da Tangentopoli in poi? Hanno chiaro che una parte della magistratura in questo Paese ha teorizzato e messo in atto l’idea di dare una spallata al sistema politico, e che da allora la leva giudiziaria è diventata la leva principale quando al potere, a causa di questo contrattempo che è il voto, vanno le destre? L’utilizzo politicizzato della magistratura rappresenta una specie un cordone sanitario ante litteram.

Invece lor signori sono preoccupati dalla riforma Nordio, anche perché limita la possibilità di pubblicare intercettazioni: ma lo sanno che in questo Paese da decenni vengono saccheggiate, sputtanate, messe in piazza vite di persone su aspetti che non c’entrano nulla con i procedimenti giudiziari? Sono atti che non figurano negli atti del processo, ma sono finalizzati a un killeraggio personale. A causa di questo circo mediatico giudiziario, come lo chiamò Giuliano Ferrara, partito con Tangentopoli, molte persone si sono anche tolte la vita.

Allora, ristabiliamo la verità: lo Stato di diritto è in pericolo quando un potere o un ordine dello Stato esonda oltre i suoi compiti e pretende di esercitare un’attività di supplenza dell’opposizione politica. Ma lor signori della Commissione sembrano guardare l’Italia dalla luna, in questo rapporto offensivo che ribalta la realtà. Cari signori, lo Stato di diritto in Italia non è a rischio per quel che dite voi; è a rischio, non da ora, nelle alchimie, nelle priorità, nell’arroganza di questa burocrazia europea. Lo capì prima di tutti la signora Thatcher, che disse: attenti, perché a Bruxelles stanno costruendo un Leviatano. È accaduto eccome.


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