Senza Trump l’Europa sarà una provincia di Pechino

· 21 Luglio 2024


Carlo Cambi, nella sua rubrica settimanale “Gli scorretti”, ci propone, fra i mille temi dibattuti con Antonino D’Anna, una riflessione su fatti ignorati dai media sui movimenti della Cina. Trump, dice Cambi, ora che il proiettile lo ha mancato (sarebbero stati guai) diventerà Presidente degli Stati Uniti e finalmente torneremo a un ordine mondiale fatto di concretezza, perché abbiamo un enorme bisogno di ordine mondiale.

Ma c’è un fatto importante che i giornali stanno passando sotto silenzio: il terzo plenum del Partito comunista cinese, “che segnerà un’offensiva economica senza precedenti della Cina su tutto l’Occidente. Il Dragone, infatti, ha un problema enorme, una decrescita di popolazione significativa, e quindi di consumo interno, tant’è vero che esporta molto più di quello che importa. Ma soprattutto ha un surplus di capacità produttiva”. Che cosa significa questo? “Che per continuare a crescere la Cina deve trovare nuovi mercati, oppure invadere i mercati dove è già radicata, con delle merci a bassissimo costo”. Per esempio, i pannelli fotovoltaici: la Cina ha un surplus produttivo di quei pannelli ben un terzo superiore a quanto il mercato mondiale possa assorbire”.

Quindi, osserva Cambi, “se vi domandate perché si parla di green deal, di fotovoltaico, e perché bisogna mettere i pannelli ovunque, forse la risposta c’è”. Un elemento ancora più preoccupante è che la Cina sta cercando, pur di piazzare le cose che produce, “di colonizzare tutti i Paesi non allineati in Centro America e in Africa orientale. Ed è passato sotto silenzio l’accordo ad Astana con il Kazakistan, il Turkmenistan, il Kirghizistan, la Bielorussia e l’Azerbaijan, per l’espansione dell’area economica comune”.

Ecco perché che Trump sia vivo è un bene. “Se il proiettile lo avesse colpito, la Cina avrebbe potuto continuare a fare quello che gli pare, mentre sono convinto che Trump una volta alla Casa Bianca metterà nel mirino la Cina, fregandosene sia della guerra d’Ucraina che sta diventando una barzelletta, chiuderà il conflitto mediorientale che è diventata una tragedia per l’inanità dell’Occidente, e punterà dritto su Pechino. Pechino intanto sta organizzandosi, sono in corso delle manovre militari nell’Indo-Pacifico particolarmente significative. Vedremo uno scontro fra giganti”.

“A tutto questo noi che cosa stiamo opponendo? La baronessa Von der Leyen, che pur di essere eletta ripropone il green deal e non ha capito una cosa fondamentale. Nella prima visita del presidente cinese  in Europa, nel 2019, le sue economie erano pari. Nell’ultima visita di Xi Jinping, a inizio del 2024 – prima che la Von der Leyen cominciasse ad agitare i dazi, che peraltro non piacciono ai tedeschi che dipendono quasi interamente dal mercato cinese – l’economia cinese aveva superato quella di tutta l’Europa del 15%, in cinque anni. Il che significa che tra cinque anni l’economia della Cina sarà almeno un terzo maggiore di quella europea”. Cambi allora si chiede: “Possiamo giocare un qualsiasi ruolo politico se diventiamo anche un nano economico? Possiamo continuare con queste politiche stupide del green che sacrifica la nostra capacità produttiva, la nostra tecnologia, a vantaggio dell’unica potenza mondiale che aspira al dominio globale? E, notate, di questo non si trova la minima traccia su nessun giornale italiano”.


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