L’allarme di Magdi Allam: “Attenti, siamo già sottomessi”
Antonino D'Anna · 18 Luglio 2024
“La verità sull’Islam è che non è una religione, ma è un sistema di potere. L’Islam nasce nel 622 con la costituzione da parte di Maometto a Medina, in una tribù di cui lui era sia il capo politico, sia il capo religioso, in quanto si era auto-attribuito il rango di messaggero di Allah. Quindi l’Islam nasce come una realtà dove il potere religioso e il potere secolare sono indissociabili e questo fa sì che ciò che per la religione è peccato, diventa automaticamente reato per lo Stato. Questo è uno degli aspetti dell’incompatibilità dell’Islam con lo Stato italiano. Ma lo Stato italiano ha paura di fronteggiare l’Islam”.
Il nostro Antonino d’Anna ha intervistato Magdi Cristiano Allam, che vive sotto la minaccia di morte da parte dell’islam perché accusato di apostasia: “Il musulmano che abbandona l’Islam deve essere ucciso. È stato Maometto a chiarire che in tre casi è obbligatorio uccidere: in caso di adulterio, in caso di omicidio e in caso di apostasia. L’islamizzazione in Italia è sempre più in crescita e purtroppo gran parte degli italiani ancora oggi non ne è consapevole.”.
Allam è stato battezzato cristiano da Papa Benedetto XVI: “È stato uno spartiacque: da allora mi sono impegnato per spingere gli italiani a mobilitarsi contro una vera e propria dittatura islamica che metterà a repentaglio e infine eliminerà i nostri diritti fondamentali alla vita, alla dignità e alla libertà. Esattamente come quell’incubo di romanzo di Michel Houellebecq, Sottomissione”.
Allam sta attualmente affrontando un nuovo attacco da parte dell’islam: l’imam della moschea di Bologna, Zulfiqar Khan, lo ha attaccato pubblicamente in un sermone. “È andato a rintracciare un mio intervento a un convegno a sostegno di Israele, ha individuato dei passaggi di questo mio intervento e per due giorni ha dedicato il suo sermone nella moschea per condannarmi come apostata, come mentitore, come diffamatore dell’Islam, come collaborazionista di Israele. Sono tutte condanne che contemplano la pena di morte. Ho ritenuto doveroso informare gli italiani e il ministro dell’Interno, che è l’alta autorità preposta alla pubblica sicurezza. Mi auguro possa esserci un riscontro”.
Jean-Luc Mélenchon in Francia, l’Ucoii in Italia sono esempi di vicinanza politica ai Fratelli musulmani, a Hamas, non proprio dei moderati: “Il giorno in cui Israele metterà fine al potere di Hamas a Gaza, saranno tanti i Paesi arabi confinanti con Israele a rallegrarsene, perché Hamas e il terrorismo islamico, rappresentano una minaccia soprattutto per i Paesi islamici. I principali nemici interni dell’Egitto sono i Fratelli musulmani, di cui Hamas è parte integrante”.
Anche la vittoria dei laburisti nel Regno Unito può essere un problema: “L’attuale primo ministro britannico Keir Starmer è una persona sostanzialmente moderata e ha, per ragioni familiari, una simpatia nei confronti di Israele. Ma il partito laburista in quanto tale è fortemente filo palestinese e antiebraico. L’elettorato islamico nel Regno Unito ha votato per il partito laburista: quindi il primo ministro britannico di fatto si troverà con le mani legate quando dovrà assumere dei provvedimenti nei confronti di Israele”.
“In Francia e nel Regno Unito”, continua Allam, abbiamo assistito alla vittoria degli islamici. “L’islam in Europa progredisce perché innanzitutto a fronte del tracollo demografico dei popoli europei hanno un più alto tasso di natalità; e perché, per ingenuità e talvolta per collusione ideologica, abbiamo consentito e continuiamo a consentire la proliferazione delle moschee, delle scuole coraniche. Nel Regno Unito esistono tribunali islamici che emettono sentenze sul diritto familiare e sul diritto patrimoniale basate sulla Sharia, sulla legge islamica”.
L’islamizzazione procede a ritmo spedito, “perché abbiamo ridotto la democrazia al solo aspetto formale del rito delle elezioni, senza andare a verificare se i contenuti valoriali che sostanziano la democrazia vengano o meno rispettati. Questo consente agli islamici di usare la democrazia come una sorta di taxi per arrivare al potere, e quando vi arrivano sostituiscono la democrazia con la sharia, con la legge islamica, che è del tutto incompatibile con il nostro stato di diritto”.
Non solo: l’islam non è riconosciuto dallo Stato italiano, “perché non ottempera l’articolo 8 della nostra Costituzione, secondo il quale le religioni beneficiano di pari libertà di fronte alla legge solo se hanno stipulato un’intesa con lo Stato. Questo non è il caso dell’Islam: non perché lo Stato non l’abbia voluto, ma perché gli islamici non si sono messi d’accordo né sulla composizione della delegazione con cui ci si presenta di fronte allo Stato, né sui contenuti di una proposta programmatica da presentare allo Stato. L’altra condizione insormontabile è l’articolo 8 della Costituzione: recita che l’ordinamento giuridico della religione non deve essere in contrasto con le leggi dello Stato. Ma l’ordinamento giuridico dell’Islam che si chiama sharia è totalmente in contrasto con le leggi dello Stato. L’Islam non è una religione riconosciuta dallo Stato ma ai musulmani in Italia si accordano tutte le prerogative e tutti i benefici, a partire dalla costruzione delle moschee, come se lo fosse. Se l’Islam non è compatibile con la nostra Costituzione, che è il fondamento della nostra pacifica coesistenza, va da sé che vada messo fuori legge: oppure saremo noi ad autocondannarci, a essere sottomessi alla dittatura islamica”.