O con Donald o con l’Iran: qualcuno ha dubbi?
Giovanni Sallusti · 17 Luglio 2024
Cari ascoltatori, il motto di oggi è: dimmi chi vuoi far fuori e ti dirò chi sei. Ci riferiamo alla notizia data dalla Cnn (che non è certo filotrumpiana) secondo la quale le autorità americane, nelle settimane scorse, hanno ricevuto notizie ed evidenze di intelligence sull’esistenza di un complotto iraniano per assassinare Donald Trump. In conseguenza sarebbero state rafforzate le misure di sicurezza attorno all’ex presidente, e questo suona drammaticamente ironico dopo il tentativo di omicidio politico da parte di uno sbandato, che non sarebbe collegato al complotto iraniano, ma pare incarnare il profilo del singolo cane sciolto.
L’Iran ce l’ha con Trump perché è l’unico che ha arrestato e contrastato la follia del suo programma nucleare (portato avanti addirittura con l’appoggio occidentale), poi sostanzialmente ripreso con l’amministrazione Biden. Siamo davanti a una teocrazia autoritaria che teorizza la sparizione dello Stato degli ebrei dalla carta geografica ed è vicino ad avere la bomba nucleare. Non solo: Trump ha combattuto l’opa della teocrazia iraniana sul Medio Oriente, ha rotto l’isolamento di Israele imbastendo l’operazione degli accordi di Abramo, un’alleanza tra monarchie del Golfo e Stato ebraico, rovesciando i termini della questione e creando così un cordone sanitario attorno al regime iraniano. Ha combattuto la pratica iraniana di appiccare il fuoco alla regione, di esportare terrorismo grazie a Hezbollah, Hamas, Huti, e ha eliminato il generale Soleimani, che era il grande architetto del terrore per conto degli ayatollah.
L’equazione dunque è: se ti vuole eliminare il Paese che guida il terrore mediorientale, che ha una concezione apocalittica, di esportazione globale della Jihad, un Paese che sostanzialmente è la mente ideale e forse organizzativa dell’orrendo pogrom del 7 ottobre, un Paese che teorizza la sparizione di Israele, che tortura e uccide le donne se non mettono il velo o se solo si intravede un capello, che impicca gli omosessuali (nel silenzio assoluto tra l’altro degli LGBT nostrani), che incarcera i dissidenti, che opprime le minoranze; dicevamo, se un Paese del genere ti vuole morto, è la definitiva prova che chiunque sia un uomo libero e non voglia abdicare al pensiero deve tifare Donald Trump. Se la jihad e gli ayatollah vogliono morto qualcuno, io sto tutta la vita con quel qualcuno.