Quanto spende De Luca per non avere l’autonomia
Giuliano Zulin · 17 Luglio 2024
Questa settimana Giuliano Zulin, nella rubrica sull’autonomia differenziata “Regioniamoci sopra”, analizza numeri significativi delle spese regionali dati dalla Ragioneria generale dello Stato. Sono importanti perché mostrano quanto l’autonomia differenziata sia una piattaforma indispensabile per garantire un’offerta equilibrata di beni e servizi in tutta l’Italia, al contrario di quanto sostengono i detrattori (di sinistra). È nella situazione statica attuale, infatti, come si può facilmente desumere da questi numeri, che il Paese si trova spaccato.
I servizi hanno un costo. Il problema compare quando e quel costo è mangiato da una struttura che, in varie Regioni, i numeri mostrano non efficiente. La prima tabella di dati riguarda la spesa corrente di funzionamento delle Regioni a statuto ordinario, cioè tutte le spese che riguardano i redditi del lavoro dipendente della Regione e l’acquisto di beni e di servizi. Questa tabella è stata formulata in base al valore pro capite, cioè quanto si spende per abitante: una Regione come la Lombardia spenderà ovviamente molto di più di altre regioni, ma la Lombardia ha 10 milioni di residenti, un sesto dell’Italia, per cui è ovvio che in termini assoluti spende di più.
La media italiana di spesa nel 2023 è stata di 218 euro: come efficienza abbiano al primo posto il Veneto con 115,9 euro, all’ultimo posto il Molise con ben 861 Euro. Cioè ogni abitante del Molise ha speso indirettamente 861 euro per far funzionare la sua Regione. A risalire, penultimo posto della classifica, troviamo la Regione Campania con 394 Euro, poi l’Abruzzo con 369,1 euro, la Basilicata con 323,8 euro e la Liguria con 293,9 Euro.
Una seconda tabella che mostra i livelli di efficienza (o inefficienza) riguarda la spesa per il contenimento dell’energia, cioè la spesa per le bollette di luce, gas e costi di carburante della struttura regionale. La “maglia nera” va alla Regione Campania, che spende un’enormità, 14,6 euro per abitante contro una media nazionale di 3,5 euro; in Basilicata si spendono 4 euro per abitante, ma ben 12 Regioni stanno sotto i 2 euro, e le migliori in classifica sono la Lombardia con 0,9, la Toscana e l’Emilia Romagna 0,8, il Lazio con 0,7; in cima abbiamo il Veneto con 0,6 euro.
In entrambe le tabelle la Campania del governatore Vincenzo De Luca mostra un’inefficienza sbalorditiva della cosa pubblica, e proprio lui è uno dei capofila della contestazione contro l’autonomia differenziata. Non sappiamo le cause di una disparità così eclatante, né sappiamo perché De Luca non metta mano alla questione, ben sapendo che se riuscisse a recuperare e risparmiare, il denaro che non esce dalle casse potrebbe essere utilizzato per migliorare i servizi al cittadino. Tutte le altre Regioni fanno meglio, in Campania non si capisce perché non si possa.
Morale: prima di chiedere di abolire o di riformulare la legge sull’autonomia, bisognerebbe guardarsi in casa e controllare come si spendono i propri soldi, se ci siano più dipendenti rispetto alla media italiana, se la spesa in generale per gli stipendi e per l’acquisto di beni e servizi sia troppo alta o troppo bassa, ugualmente per le bollette. Invece chi parla e protesta sta in fondo alle classifiche dell’efficienza nella spesa pubblica. Chiediamoci perché.