Poveri giornaloni: ora il Trump ferito è “machista”
Giovanni Sallusti · 16 Luglio 2024
Cari ascoltatori, l’ultima su Trump ferito che mostra il volto sfregiato al suo elettorato, e metaforicamente a tutta l’America, è che è un bieco machista: lo scrive Annalisa Cuzzocrea, firma della Stampa, in un commento seriamente intitolato “La democrazia offesa dal mito del gladiatore”. E noi che pensavamo che la democrazia fosse stata offesa dall’attentatore, dall’idea di eliminare il candidato repubblicano via proiettile.
Secondo la giornalista, la fotografia che ha cambiato i destini della campagna elettorale americana, con Trump sfregiato in volto che alza il pugno mentre dietro sventola una bandiera americana (immagine potente che ritroveremo sui libri di storia) riguarda maschilismo e femminismo. Cioè metà del mondo, la parte maschile, è machista senza saperlo, e anche tutti voi ascoltatori uomini: siete cresciuti nel mito della politica come sfida guerresca imbevuta nello spirito del tempo, cioè chi non vince soccombe. Mah, veramente a noi sembra che lo spirito del tempo del 2024 sia il politicamente corretto woke e il finto buonismo.
Insomma, la metà maschile/machista del mondo avrebbe visto in Trump un novello Capitan America, che ha avuto una reazione dannunzianamente da superuomo, che pensa al suo ruolo e alla sua lotta anche mentre gli agenti del Secret service cercano di tenerlo giù. La morale è che il il superomismo non dovrebbe servire alla democrazia né essere necessario in politica: è roba da despoti, tipo Putin a petto nudo, a cavallo, come i tiranni d’altri tempi, con una spolverata di fascismo, di cui non ci sarebbe alcun bisogno ma citarlo male non fa, è sempre rosolio per le firme pseudoprogressiste nostrane.
Il colossale equivoco è che quella foto di superomista non ha nulla. Anzi, riguarda una qualità profondamente umana, la capacità di reagire, di non arrendersi al già dato, di non rimanere prigionieri delle situazioni, per quanto terribili e sfavorevoli siano; riguarda la facoltà tutta umana di rilanciare, di aprire un nuovo orizzonte nel momento dell’estrema difficoltà . Non solo: a anche a che fare con la storia e con la genesi dell’America, un Paese nato da un pugno di coloni che si sono ribellati all’esercito più potente del mondo e hanno incarnato questa capacità di rilanciare, di sorprendere la realtà. Tutta la storia americana è segnata da questa caratteristica, fino alla tragedia suprema dell’11 settembre: il presidente Bush in mezzo alle macerie che dice al megafono “ripartiremo”; i pompieri, i poliziotti, i volontari, accorsi da tutta la nazione, che fanno il segno della vittoria.
Ecco perché il superomismo non c’entra niente, mentre c’entra la celebrazione dell’umano legata alla simbologia americana, ma la Cuzzocrea si avviluppa in una contorsione di sessual-correttismo dalla quale emerge leggendo in quella foto una specie di barbarie. Ha il timore di vedere due Americhe che non si riconoscono e non si parlano più: e questo è vero, tant’è che una spara addosso all’altra, dettaglio che però lei omette. Poi chiude l’articolo chiedendo se bisogna credere ai supereroi o ai costruttori di ponti. Ma questa è una domanda che funziona con tutto, sul dialogo in Parlamento, sulla convivenza civile, sulla pace e la guerra, sul Medio Oriente, sull’Ucraina.
Se questi sono i quesiti che la tormentano, allora dovrebbe scrivere un endorsement a favore di Donald Trump: perché i 4 anni del suo mandato sono stati gli unici nella storia recente privi di nuove guerre e sul Medio Oriente Donald Trump è arrivato al capolavoro diplomatico degli accordi di Abramo, con molte monarchie del Golfo che hanno riconosciuto ufficialmente Israele. Perfino l’Arabia Saudita era sul punto di farlo, e con una nuova presidenza Trump è probabile che accadrà. Se la Cuzzocrea è tormentata dal destino dell’Ucraina, non potrà che essere trumpiana, perché gli unici anni in cui Putin non ha invaso un Paese, non ha mosso i carri armati nel suo delirante imperialismo post sovietico, sono stati gli anni di Trump. Se le interessa la pace globale dovrebbe fare il tifo per Trump. Ma non può, perché Donald è un maschio e quindi è machista. Questo è il livello dei ragionamenti sui giornaloni.