Malati di antifascismo che non capiscono la malattia

· 12 Luglio 2024


Cari ascoltatori, la storia di stasera come può essere incasellata? Sotto la categoria della cattiveria degli pseudobuoni, oppure è un ennesimo caso di tragico antifascismo in assenza di fascismo? A Marciano della Chiana, nell’Aretino, la consigliera di Fratelli d’Italia Lorenza Amendola è stata oggetto di uno “shitstorm”, di una tempesta via social, a causa dei suoi capelli rasati, che sono stati giudicati da fascista.

Peccato che questa signora abbia i capelli rasati solo perché ha combattuto contro un tumore: l’ha raccontato lei stessa alla Nazione, chiarendo che “io non sono fascista perché ho i capelli rasati, non lo sono da sempre, punto. Anzi da giovane avevo i capelli lunghi”. A Lorenza la diagnosi di un tumore arrivò 11 anni fa. Racconta: “La vita ti cambia in un istante, lì decisi di tagliarli corti perché è stato un modo per ringraziare la vita che mi ha dato la possibilità di continuare il cammino con la mia famiglia tra i miei affetti, realizzandomi nel lavoro”.

Purtroppo è accaduto che nel 2021 la malattia è tornata sotto un’altra forma, e Lorenza ha dovuto affrontare di nuovo questa durissima battaglia. Così ha deciso di rasarsi di nuovo per ripartire dal punto zero, diciamo simbolicamente, “e da lì sono risalita un’altra volta, avvertendo su ogni centimetro del mio corpo la forza della vita, la sua energia”. Al di là di questo drammatico percorso personale, dice una cosa che sembra ovvia, ma evidentemente tanto ovvia non è: voglio essere libera di vestirmi e pettinarmi come desidero.

Quando si arriva ad attaccare una consigliera che è di un partito di destra e quindi ovviamente è fascista perché è rasata, vuol dire che abbiamo perso la bussola. È impazzimento questa farloccata che ancora ci trasciniamo del fascismo eterno, categoria coniata da Umberto Eco. Il fascismo è stato un fenomeno storico che si è esaurito nel 1945; ma poi da Eco siamo passati al bullo social, una tragica farsa che si è spinta fino all’episodio che vi abbiamo raccontato oggi. Questa vicenda ha importanza perché indica uno spirito del tempo, chiarifica le categorie con cui ragionano oggi i cosiddetti progressisti.

Per questo mi è venuto di metterla in relazione con un’intervistona a Pierluigi Bersani, il comunista emiliano e bonario, pubblicata oggi su Repubblica. Bersani sostiene una cosa agghiacciante che passa in cavalleria perché la dice uno di sinistra su un giornale mainstream: è necessario che le forze che vogliono rovesciare la destra stiano unite, firmino un patto.

Ripeto: non vogliono candidarsi a un’alternanza di governo, ma semplicemente rovesciare la destra, indicata come urgenza civica e morale. Questa idea presume che tu di sinistra sia quello dalla parte della morale, che esista un’assimmetria morale tra te e il tuo avversario, che quindi in realtà è un nemico. È così, squalificando l’avversario, che poi ti senti in diritto di accusarlo di fascismo solo perché ha i capelli rasati. Allora stiamo attenti: questa non è una micro vicenda: piuttosto è uno specchio tragicamente farsesco dello stato attuale del dibattito politico.


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