Finalmente il centrodestra batte un colpo, anzi due
Giovanni Sallusti · 11 Luglio 2024
Cari ascoltatori, noi che, fedeli al nome Radio Libertà, ci prendiamo la libertà di criticare e di incalzare la nostra area politico-culturale, dobbiamo testimoniare che il Centrodestra ha piazzato bei due colpi nel senso migliore, in direzione di un autentico Stato di diritto liberale.
Il primo è l’approvazione del Ddl Nordio, che rappresenta un primo abbozzo di riforma della giustizia. Citiamo gli aspetti più rilevanti: l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, scelta liberale e di banale buonsenso, visto che su circa 5mila procedimenti che si aprono ogni anno il 90% viene archiviato e, del restante 10%, il 94% dei casi finisce con un’assoluzione. Era uno dei principali grimaldelli per tenere sotto scacco la politica da parte della burocrazia e di certe Procure, perché scatenava il terrore di essere inquisiti per qualunque decisione.
È stato dato il via a una sacrosanta riforma delle intercettazioni: potranno essere pubblicate solo quelle effettivamente presenti negli atti giuridici e negli atti del processo. Finisce quindi la pratica giornalistica dello sputtanamento personale, delle intercettazioni a strascico diffuse per altre vie e magari appuntate, non di rado contro un nemico politico. Non è un caso che oggi il Fatto quotidiano sia molto critico, e infatti è una buona riforma per ogni liberale autentico.
Poi, in coerenza con questo spirito, sono stati varati una riforma dell’avviso di garanzia e della discrezione con cui dev’essere consegnato (cioè non convocando i giornalisti sotto casa dell’indagato), e il principio della inappellabilità delle sentenze di primo grado per i procedimenti che riguardano reati di scarso impatto sociale.
Ugualmente affine a uno stato di diritto è l’abolizione del redditometro, uno strumento che probabilmente sarebbe stato utilizzato volentieri dalla Stasi. Sparisce questa pratica di monitoraggio-saccheggio delle vite degli altri, per cui confrontando i redditi dichiarati con le spese si andava a caccia del contribuente dando per scontato che sia un evasore e che tocchi a lui dimostrare che non lo è. Ebbene, il redditometro sarà utilizzato solo per i casi conclamati con alto potenziale di evasione. Certo, poi bisognerebbe capire chi li definisce, se no rischiamo di essere da capo. È però un’ottima notizia che uno strumento degno della DDR sia scomparso dalla vita degli italiani.
Sono queste misure la rivoluzione della giustizia e la rivoluzione fiscale che ne auspichiamo? No: però sono due oggettivi importanti passi avanti, speriamo che siano solo i primi.