L’appello di Macron scorda solo 10 milioni di francesi
Giovanni Sallusti · 10 Luglio 2024
Cari ascoltatori, il piccolo Napoleone dell’Eliseo ha esternato. Oggi Macron ha scritto una lettera aperta ai francesi, pubblicata sulla stampa regionale francese ma preannunciata da Le Figaro, dove spiega che cosa ha in mente dopo l’esito del voto politico. Anzitutto, è interessante l’analisi delle urne: se l’estrema destra arrivata prima al primo turno con quasi 11 milioni di voti, voi elettori avete chiaramente rifiutato di farla entrare al governo. Sì, ma nel senso che gli altri blocchi politico-culturali, pur in totale contraddizione tra loro, messi insieme hanno sbarrato la strada a Marine Le Pen. Nessuno ha la maggioranza, per cui Macron lascia in carica Attal per dare tempo ai non vincitori di spartirsi le sedie e darsi una parvenza di quadra partendo da programmi incompatibili su economia, immigrazione, l’idea stessa di società francese.
Ma la parte di appello più interessante è quando dice: chiedo a tutte le forze politiche che si riconoscono nelle istituzioni repubblicane, (quindi il Rassemblement National secondo lui non si riconosce nelle istituzioni repubblicane), nello Stato di diritto (quindi “non” il RN, che però combatte la cultura islamista del burka e della sottomissione, battaglia per lo Stato di diritto per eccellenza), nel parlamentarismo, (quindi la maggior forza politica singola, votata da più di 10 milioni di francesi, non si riconoscerebbe nel parlamentarismo), in un orientamento europeo (ma il RN ha alzato la bandiera della difesa della civiltà europea occidentale), di avviare un dialogo sincero e leale per costruire una maggioranza solida per il Paese.
Dunque, Macron si appella a tutti tranne Marine (è stato un po’ lo slogan di queste elezioni francesi), dipingendo Rassemblement National sostanzialmente come un aggiornamento del partito nazista. E invece è il principale partito di maggioranza relativa in Francia al primo turno, ha alzato la bandiera della Repubblica laica contro il relativismo multiculturale e quella della difesa della libera impresa, dell’economia reale, della storia e della cultura francesi.
Per questo è chiaro: è tutto un gioco truccato. E purtroppo spesso, come ben sappiamo e ben sapete, lo è anche in Italia.