Elly, eri autonomista come Don Sturzo e De Gasperi!
Giuliano Zulin · 9 Luglio 2024
In questa nuova puntata della rubrica “Regioniamoci sopra”, Giuliano Zulin – dopo aver ricordato che l’autonomia ha già preso il via con il Veneto di Luca Zaia e il Piemonte di Alberto Cirio che hanno già chiesto le nove competenze per le quali non sono necessari i Lep, e le storture per cui la Sardegna di Alessandra Todde vuole sì l’autonomia, ma solo per sé – commenta come il regionalismo sia sempre stato nel dna dei partiti italiani… fino a che non cambiano idea.
Il quesito referendario per cercare di fermare l’autonomia, e quindi andare contro la Costituzione, è stato presentato a firma di tutte le forze di sinistra, con in testa Elly Schlein: che adesso è contrarissima, ma solo due anni fa, quando era vicepresidente della Regione Emilia Romagna, non aveva fatto un plissé contro la proposta di autonomia differenziata avanzata all’epoca dal suo presidente, Stefano Bonaccini, il quale poi ha cambiato idea pure lui. E pensate che proprio in Emilia Romagna l’autonomia è stata desiderata fin dalla nascita dell’ente regionale, nel 1970.
Infatti, il primo presidente, Guido Fanti, sosteneva che le Regioni rappresentano non solo l’attuazione del dettato costituzionale, ma la realizzazione di una conquista importante delle lotte operaie e contadine e delle masse popolari, in quanto strumento di trasformazione profonda dello Stato. E nel 1975 propose perfino la creazione di una Lega del Po, cioè praticamente un’aggregazione macro regionale fra le regioni del bacino del grande fiume.
Risalendo ancora nel tempo, troviamo perfino don Luigi Sturzo, che scrisse un documento intitolato “Un nuovo regionalismo per l’Italia di domani”, si considerava un “federalista impenitente” e si scagliava contro il centralismo romano in favore di una forma di vero e proprio municipalismo ispirato alla civiltà rurale della sua Sicilia. E con lui Alcide De Gasperi, il quale sosteneva che “la più efficace garanzia organica delle libertà sarà data dalla Costituzione delle Regioni come enti autonomi, rappresentativi e amministrativi degli interessi professionali e locali, e come mezzi normali di decentramento dell’attività statale”.