Islam antisemita ed estrema sinistra, fusione made in Usa

· 7 Luglio 2024


Con Nathan Greppi (giornalista e saggista), abbiamo analizzato l’antisemitismo in USA, che ormai si insegna all’Università. Lo hanno provato sulla propria pelle gli studenti ebrei del Cooper Union College di New York, intrappolati e minacciati da manifestanti pro Hamas (antisemiti nella Grande Mela!). Si tratta di odio proveniente dall’estrema sinistra: uno dei movimenti di punta è lo “Jewis Voice for Peace” (ironicamente “Voce ebraica per la pace”), in prima linea nel guidare le manifestazioni antisraeliane. Riceve finanziamenti per milioni di dollari e, da frangia minoritaria che era, oggi può contare su decine di migliaia di seguaci.

Negli Stati Uniti l’antisemitismo si è saldato con la “woke culture” basandosi sulle teorie dell’intersezionalità (discriminazioni di genere, etnia, classe sociale): in pratica i palestinesi si sono uniti a ispanici, neri, nativi americani affermando di essere, al pari di loro, vittime dell’oppressione bianca. Questo ha creato un forte sentimento pro-Hamas (i Black LivesMatters hanno inneggiato al 7 ottobre), sulla scorta dell’insegnamento comunista “proletari di tutto il mondo unitevi”. Visto che Hamas odia Israele e gli ebrei, per proprietà transitiva anche il mondo woke nutre sentimenti antisraeliani e antisionisti.

Il più grande movimento antisraeliano presente nei campus americani, “Students for Justice in Palestine”, durante le manifestazioni antiebraiche adopera come slogan “occupiedturtleisland”, che nel gergo degli attivisti è un riferimento al Nordamerica tiranno nei confronti dei nativi americani (una volta li chiamavano “pellerossa”). La Palestina, come gli Stati Uniti, sarebbe sostanzialmente stata occupata dai colonizzatori europei. Il fenomeno razzista antiebraico, in forte espansione dopo il 7 ottobre, parte da lontano, per la precisione dalla Conferenza di Durban del 2001, quando per la prima volta venne sdoganata la falsa analogia tra le politiche israeliane e l’apartheid in Sudafrica.

Nel corso degli anni si è creata una saldatura tra islam radicale ed estrema sinistra: nonostante la visione opposta su mondo femminile e LGBTQ+, condividono un profondo odio per l’Occidente. Il criminologo Robert R. Friedmann, docente universitario di Giustizia penale, spiega come le esplosioni antisemite non siano espresse in modo continuato, bensì esplodano in determinati periodi, come vulcani: “Le autorità sono all’erta”, spiega lo studioso, “ma non sono sicuro che siano pienamente consapevoli della portata di odio contro ebrei e israeliani, anche perché negli USA il Primo Emendamento sulla libertà di parola non sta scritto sulla sabbia. Pertanto, rispetto a quanto vediamo succedere in Francia e Germania, le organizzazioni estremiste sono lasciate più libere di manifestare e di diffondere il loro odio. Nella mia Università, ad Atlanta, 200 componenti del corpo docente hanno firmato una petizione per chiedere la chiusura del mio programma di studi, per il solo fatto che conduco ricerche sulle caratteristiche delle forze dell’ordine di Israele”.


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