Mai con le destre! Elly, stavolta hai ragione
Giovanni Sallusti · 27 Giugno 2024
Cari ascoltatori, dobbiamo dirlo: per una volta hanno ragione i socialisti. No, non è l’effetto di un aperitivo in redazione, è che nel guazzabuglio delle trattative che sta andando in scena a Bruxelles, i socialisti per una volta sono riusciti a dirne una giusta: quando hanno affermato che la destra non può andare con loro.
Dall’emiciclo sinistro dell’Europarlamento, infatti, provengono inequivocabili le motivazioni per cui, al netto dei macchiavellismi che appassionano i giornali, un partito, una coalizione, uno schieramento di destra non può prestarsi a nessun caminetto, a nessuna commedia che comprenda i socialisti. Ce lo dicono i socialisti stessi con le parole della loro capodelegazione, la deputata spagnola Iratxe Garcia: “Il nostro sostegno alla prossima Presidente della Commissione non è un assegno in bianco, il candidato deve mostrare un chiaro impegno sulle nostre priorità”. Politicamente non fa una grinza.
Poi segue l’elenco delle priorità: al primo posto l’impegno sociale e climatico. Il che significa continuare ad appesantire un welfare anacronistico e una burocrazia continentale che comprime lo spirito d’impresa, e quindi e anche gli interessi dei lavoratori. Ma soprattutto l’impegno climatico: la capodelegazione dei socialisti chiede il rinnovo del green deal così com’era prima che si votasse, quindi non solo in barba ai popoli dei più importanti Paesi europei che lo hanno rigettato, ma anche alla logica economica. Si continua quindi con la turba ideologica della conversione forzata dell’economia del continente, della transizione imposta in modo dirigista e, appunto, socialista, dagli uffici di Bruxelles.
Di fronte a un’agenda così coerentemente esposta, nessun conservatore fedele al suo nome può imbastire con costoro alcuna sponda politica. Lo ha detto ancora più chiaramente Elly Schlein, brava Elly: no a qualsiasi alleanza con Giorgia Meloni, con Le Marine Le Pen e con Matteo Salvini, per noi non è quella la strada. Vale ovviamente anche l’inverso: nessun conservatore, nessun liberale autentico, nessuno che guardi all’economia reale, delle imprese, delle famiglie, delle persone reali può imbastire un’alleanza con i socialisti.
Noi speriamo che a Giorgia Meloni riesca un capolavoro tattico che sposti l’asse dei popolari verso destra: in queste ore stanno arrivando segnali non banali da Weber e da Tusk, che sembrano contraddire questa sindrome di Stoccolma dei popolari verso i socialisti. Ma se il capolavoro non riuscisse, stiamo alla larga dal pastrocchio. Ce lo dicono i socialisti stessi, e noi per una volta li stiamo a sentire.