Non buttiamo l’occasione di contare davvero

· 24 Giugno 2024


Cari ascoltatori, il risultato dei ballottaggi sono senz’altro importanti, e alcuni risultati permettono al centro-sinistra di gridare al trionfo per le vittorie a Firenze, a Bari, a Perugia, a Cremona, mentre il centro-destra è avanti a Rovigo e a Lecce In realtà il conto complessivo non cambia in modo sensibile, ma si può dire che si sia palesato un problema del centro-destra in alcune aree urbane: questa cosa non va sottovalutata, anche se sappiamo che ci sono forti specificità in certe aree, per esempio Firenze, dove si parla di un sistema ultradecennale.

Non vorremmo però che la grande carovana dei ballottaggi facesse passare in secondo piano la partita che si sta giocando in queste ore in Europa, che è di importanza di molto superiore: perché le destre europee non devono perdere l’occasione storica che hanno di fronte. Stasera si incontreranno Giorgia Meloni e Viktor Orban e sarà un confronto importante sui piani tattico e strategico: non siamo convintissimi che moltiplicare i gruppi di centro-destra nel Parlamento europeo sia una genialata, ma a noi appassiona la sostanza, l’attuale occasione storica per il centro-destra di cambiare il baricentro nelle istituzioni europee.

Perché questo accada, serve un surplus di lucidità da parte di tutti gli attori e le attrici, la partita è molto delicata. Ovviamente, essendo noi italiani, pensiamo alla nostra Premier, alla guida di un governo che ha fatto segnare una felice eccezione, essendo andato molto bene alle urne. Per questo Giorgia Meloni in questo momento è in un’oggettiva posizione di forza: ci auguriamo che conservi la sua lucidità strategica e non si presti a fare da sponda a una maggioranza Ursula-bis, in cambio del mero ingresso dei conservatori, ma provi a partire dall’unità del centro-destra, uno schema che fra l’altro potrebbe essere avvalorato al voto francese.

Ci piacerebbe che andasse a sedersi al tavolo europeo forte del voto nei tre Paesi fondamentali da un punto di vista economico, storico e culturale dell’Unione – Italia, Francia e Germania – e provasse a stanare i popolari: i quali a loro volta dovrebbero essere lucidi e, come hanno detto a Radio Libertà Antonio Socci e il direttore di Libero Mario Sechi, riconnettersi con i popoli, con la loro storia, smetterla di fare da stampella ideologica alle politiche di sinistra, che sono appena state bocciate.

Da questo punto di vista è stata incoraggiante oggi la conferenza stampa di Jordan Bardella, che ha parlato di un centro-destra conservatore, moderato, custode delle tradizioni della cultura europea, ma pragmatico, con zero estremismi. Ha detto che non è in discussione il sostegno all’Ucraina, mentre vuole abbassare la temperatura bellicista di Macron e nel contempo opporsi all’estremismo di sinistra alla Mélenchon, che è il vero pericolo in Francia. Bardella ha parlato di una politica fiscale normale, di abbassare le tasse, di contrastare l’immigrazione clandestina e la perdita di controllo da parte dello Stato in molte periferie francesi: insomma un’agenda di sano conservatorismo nazionale, non è un caso che metà dei gollisti siano con lui.

Questo è un ottimo segnale: Bardella non si fa schiacciare nel recinto degli impresentabili. Se tutti gli attori, come abbiamo detto, manterranno questa lucidità strategica, si può far accadere qualcosa di storico in Europa. Anche anche perché, se non lo si fa, temiamo che ci dovremo ciucciare ancora il green deal e tutto il resto. E già questo solo scenario fa accapponare la pelle.


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